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Viaggio nei sotterranei del bazar-laboratorio “Shiva” di Federico Mazzei – “Una storia tutta da scrivere”

Ecco quanto ci raccontano i sempre preziosissimi giovani dell’ “Associazione Culturale Mistery Hunters”:

 

“I SOTTERRANEI DI “SHIVA” A COSENZA: UNA STORIA TUTTA DA SCRIVERE

Oggi vi vogliamo portare in un luogo esclusivo di Cosenza, riaperto al pubblico da poco, con una storia ancora tutta da scrivere: i sotterranei del bazar-laboratorio “Shiva” di Federico Mazzei.

Questo negozio che s’affaccia su Corso Telesio ha rappresentato per molto tempo un punto di riferimento per una parte consistente di giovani cosentini dagli anni ottanta sino alla fine degli anni novanta del secolo passato, chiudendo definitivamente nel 2011.

Ma quest’anno Federico, dopo essersi trasferito per molti anni in Colombia, ha deciso di riaprire la sua bottega e con essa i suoi misteriosi sotterranei. Quando Federico acquistò i locali si rese subito conto del tesoro che aveva sotto i piedi infatti durante i lavori di ristrutturazione di quello che sembrava un magazzino seminterrato, saltarono fuori i primi reperti.

Dietro l’intonaco e sotto il cemento che ignari muratori avevano versato nel secolo scorso giacevano cocci e vasellame di epoche diverse: la maggior parte dei pezzi risalirebbe al ‘700, alcuni al medioevo, mentre altri frammenti sarebbero di età romana, facendo pensare ad un luogo frequentato da millenni.

La notizia dei ritrovamenti fu subito segnalata alla Soprintendenza che fece un sopralluogo. Archeologi ed architetti esaminarono la struttura e i reperti minuziosamente, parlando all’epoca di “oggetti di notevole importanza”.

Anche l’Unical si interessò del luogo e si stabilì nel “retrobottega” di Shiva per tre mesi catalogando tutti i reperti ritrovati (ancora sono presenti sugli oggetti le etichette dell’epoca). Inoltre pezzi di portali, dalla bellissima fattura, con motivi geometrici e con alcune mani che stringono una cornucopia e un cartiglio con una lettera P, sono stati restaurati, donati a Federico e conservati all’interno del negozio.

Purtroppo di tutte queste ricerche sul luogo e della catalogazione dei reperti non vi è traccia. Eppure questo luogo si conosce da tempo, nascosto da sempre dietro un portale gotico archiacuto del ‘200, tra i più belli del centro storico di Cosenza, tra i più studiati della Calabria.

Federico ci racconta che gli archeologi passati da questo sito lo identificarono come una torre angioina, dato il ritrovamento di alcune feritoie nella calce, e da alcuni scritti (ora scomparsi) si parla del passaggio e del soggiorno di Gioacchino da Fiore proprio in questo “palazzo-fortezza” vicino al Duomo di Cosenza.

Molti la identificano nella “Torre dei Gradoni Gaeta” e per il Baratta l’edificio fu sede della famiglia Basile. Inoltre è presente un pozzo di captazione della pioggia, perfettamente funzionante, che gli esperti attribuiscono ai maestri artigiani del basso medioevo, nonostante la tecnica di travaso ricordi il metodo adottato dai romani.

Dal libro “Storia dei Cosentini” di Davide Andreotti apprendiamo che nel XVI secolo il Bombini, proprietario del palazzo vicino, raccontava di come un acquedotto, già antico al suo tempo per le calcificazioni presenti, sfociasse difronte alla sua abitazione, nel luogo dove si abbeveravano i cavalli che arrivavano con i cocchi al vicino Palazzo Marini Serra.

Accompagnati da Federico Mazzei, noi dell’Associazione Culturale Mistery Hunters abbiamo visitato questo luogo insieme ai nostri amici Francesco Paolo Dodaro, Presidente dell’Associazione Culturale Coriolano Martirano, e Pierluigi Caputo, archeologo, che ci hanno illustrato con competenza le loro considerazioni sul sito.

Oggi tutto tace “laggiù” nel silenzio di quelle vecchie mura e il piccolo “museo”, allestito nei sotterranei resi fruibili dalla passione di Federico, è una chicca che meriterebbe un occhio di riguardo da parte delle autorità competenti.”

Alfonso Morelli team Mistery Hunters
Foto: Alfonso Morelli (© All rights reserved)