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“SUL FEMMINICIDIO DI MONTALTO UFFUGO” – Centro Antiviolenza Roberta Lanzino

Riceviamo il comunicato del Centro antiviolenza “Roberta Lanzino” riguardo l’omicidio di Montalto Uffugo

 

 

“SUL FEMMINICIDIO DI MONTALTO UFFUGO”

Mercoledì M.G. è stata assassinata. La sua vita, il suo futuro, i suoi sogni e i suoi desideri si sono infranti contro tre colpi di pistola. Non è la prima donna ammazzata dal suo partner o dal suo ex quest’anno in Italia (finora sono 34 e nel 2016 sono state 120), e quello che fa più paura è la certezza che non sarà l’ultima.

E se un’influenza, il morbillo, la mucca pazza provocassero la morte di due persone ogni settimana, tutte le settimane dell’anno? Cosa farebbero le istituzioni? Ci sarebbe una risposta da parte della società? Però quando morire siamo noi donne, uccise dentro casa, il colpevole è un raptus, la gelosia, l’alcool, lo stress, la depressione, i problemi economici. Nessuna connessione viene evidenziata fra i diversi delitti. Nessuna responsabilità da addebitare agli assassini. Nessun problema strutturale o sociale, solo “tragedie familiari”.

Una media di due donne assassinate ogni settimana tutte le settimane è una flagrante violazione dei diritti umani, un’epidemia, un genocidio. Donne ammazzate da un sistema patriarcale che prescrive che gli uomini hanno potere e controllo sulle donne, che le donne sono una proprietà da “gestire”, un’estensione di loro stessi, senza una volontà propria. Un sistema che origina una cultura che perpetua stereotipi sessisti, che ci fa ridere davanti agli insulti, che ci fa chiudere gli occhi persino dinanzi alla violenza fisica e che giustifica i femminicidi con “liti di coppia” o “fatti privati”. E per questo, sappiamo che ad armare le mani degli assassini sono anche una società sorda e istituzioni mute, arrugginite e inefficaci. Lo Stato e gli enti locali, in un meccanismo “schizofrenico”, scaricano sui centri antiviolenza la responsabilità di salvare le donne ma riducono sempre di più le risorse destinate agli stessi, lasciandoli in condizioni precarie, o peggio, obbligandoli a chiudere.

M.G. non soltanto probabilmente ha subito violenza in vita, non solo è stata ammazzata dalla violenza. Ma come spesso accade, la violenza continua anche dopo morta. Ancor prima del suo funerale, è stata già accusata di aver partecipato e magari anche provocato “liti familiari” in cui forse, chissà, scoperto un tradimento, aveva deciso di lasciare il marito. Come se questa decisione fosse sufficiente o “giusta” per spiegare perché mercoledì M.G. si è svegliata per l’ultima volta.

Il centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino di Cosenza offre la sua totale solidarietà il suo abbraccio più caloroso ai familiari e soprattutto a* figl* di M.G. e in particolare a sua figlia, rendendosi disponibile a sostenerla nell’affrontare ciò che ha vissuto.

Ma il Centro antiviolenza “Roberta Lanzino” continuerà anche a lottare perché dopo M.G. non ci siano altre donne.  Ora più che mai vogliamo urlare: Svegliatevi, ci stanno ammazzando! Non lasciateci sole in questa lotta.

Le donne del  Centro antiviolenza  “Roberta Lanzino”