Riceviamo le parole di una nostra lettrice:
“Abbiamo una piccola azienda agricola in un paese delle serre cosentine, in questi giorni mio marito sta manifestando per le nuove politiche europee insieme ad altri agricoltori, mio figlio di 8 anni mi ha chiesto spiegazioni a riguardo, voleva sapere come mai il padre non era a casa e dormiva fuori, come mai ci sentiva parlare spesso di come l’agricoltura sia a rischio.
Così gli ho spiegato che qualcuno dall’alto della sua comoda poltrona sta decidendo per noi e per la salute di tutti i cittadini, di tutti i consumatori.
Molti non sanno il perché di queste proteste, e a differenza di un bambino di 8 anni, non fanno domande perché la verità li costringerebbe a scendere in strada e ribellarsi, ed è troppo difficile per il popolo italiano abituato a difendere la propria dignità solo da dietro uno schermo.
Questa volta si tratta della salute, perché stiamo mangiando il grano canadese pieno di glifosato (un pesticida che provoca il cancro) anche dove leggiamo Made in Italy in realtà viene importato, perché viene fatta la pasta in Italia, cioè viene lavorato il grano, ma il grano è estero.
Stiamo per mangiare farina di grilli e carne sintetica, dopo tutte queste spiegazioni mio figlio ha pensato di sostenere la causa, è andato in classe l’indomani e ha spiegato il tutto a i suoi compagni, che a loro volta hanno contribuito.
Ora sicuramente non cambierò le politiche europee, e siamo solo una povera noce in un enorme sacco, ma sto insegnando qualcosa a mio figlio, gli sto insegnando a togliere la testa fuori da quel sacco colmo di letame, gli sto insegnando a battersi per le giuste cause e a non girare la faccia dall’altro lato.”
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