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Riceviamo: “Preferirei pagare per avere un Pronto Soccorso privato”

Il nostro lettore Andrea Vulcano ci invia questa lettera aperta, con preghiera di pubblicazione:

 

 

“Ore 01.15 – Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza – 82enne, cardiopatico, con fibrillazione atriale, si presenta con dolori accusati al torace. Gli viene assegnato un codice bianco da un infermiere preposto al triage. Protocollo eseguito. Ci sono almeno 80 schede a fronte di 3 medici e di 5/6 infermieri stremati. Non ci sono sedie e/o posti a sedere neanche per i pazienti stessi.
Entrando dentro mi rendo conto che ci sono persone in attesa al pronto soccorso da giorni e con problemi anche gravi. Capisco allora che non siamo i soli e che ci vorrà davvero molto tempo. Passano 6 ore e nessun medico è ancora venuto a visitare l’82enne, mio padre, così come per tante altre persone che attendevano un aiuto, o ancor più semplicemente una rassicurazione.

Mi chiedo a questo punto se è davvero così necessario osannare ai ponti, agli stadi e ai futuri e ambiziosi progetti di questa nostra città di cui sono il primo ad andarne fiero, piuttosto che concentrarsi su un’emergenza del genere e fronteggiarla in qualunque modo, con qualsiasi forza e mezzo messo e non messo a disposizione.

Colpa dello Stato, Colpa della Regione, Colpa delle Province, Colpa dei Comuni…Colpa della Politica…??? Poco importa…ma a prescindere dalle responsabilità, i cittadini che pagano profumatamente le tasse e singolarmente ai vari enti sopra citati si aspettano una risposta soprattutto su questa tematica così delicata.

E non basta sapere che qualcuno in passato ci abbia provato o che tutt’ora ci stia ancora provando, servono certezze, concretezze e soluzioni immediate.

Preferirei pagare per avere un Pronto Soccorso privato degno di tale nome piuttosto che pensare di morire solo per non esser stato visitato in tempo, subire questo disagio di attese disumane ed assistere alla ovvia inefficienza di un personale medico impossibilitato a far fronte a qualcosa di più grande di loro, in un rapporto (pazienti-personale), che lo vede in netto svantaggio.

Tralasciando il tema delle visite “a scavallo” fatte “per dovute ed opportune conoscenze”.

E parlo a Lei Sig. Sindaco non certo per suscitare provocazione ma per ritrovare in Lei un forte alleato, quale Lei stesso è e si è sempre dimostrato di essere, per dar fine una volta e per tutte a questa terribile e inaccettabile situazione, con o senza l’aiuto della Regione Calabria.

E parlo anche a nome delle persone entrate con una speranza qui al Pronto Soccorso di Cosenza ed uscite morte prive persino di quella.

Mi scusi per lo sfogo e per le sottili ma dovute precisazioni.”

 

(Andrea Vulcano)