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Lettere 2.0: “Vi racconto il mio posto di lavoro. Il pronto soccorso di Castrovillari”

Riceviamo dal nostro lettore che per ovvie ragioni chiede di restare anonimo:

 

 

“Salve,
da diversi anni lavoro al Pronto Soccorso di Castrovillari, e, come tutti sappiamo, non è un posto molto bello. 

Pazienti che arrivano da ogni parte della Calabria in quanto, sono stati chiusi molti ospedali e di conseguenza c’è un vasto bacino di utenza che si riversa sull’ospedale di Castrovillari. Medici, infermieri, Oss, operatori del 118, volontari, guardia giurata e personale delle pulizie ogni giorno vengono portati a livelli esasperati, sia dal grande afflusso di gente che arriva, ma soprattutto dalla maleducazione dei parenti dei pazienti che pretendono di entrare in flotta nel Pronto Soccorso utilizzando un comportamento inadeguato, rallentando e ostacolando il lavoro dello staff medico.

Subiamo continuamente insulti, offese, aggressioni e minacce di ogni genere. Capite bene che per gestire tutte queste persone ci vorrebbe più personale e più attrezzature.

La rampa del Pronto Soccorso è sempre piena di macchine, spesso nemmeno le ambulanze possono transitare.

I vari codici bianco, verde, giallo e rosso sembrano ospedali da guerra, 5/6 pazienti con relativi parenti ammassati in ogni stanza in condizioni igieniche pessime. Inoltre, i posti letto liberi all’interno dell’ospedale non vengono messi a disposizione dei pazienti. Tutto questo è sotto gli occhi di tutti. Tutti sanno quello che accade, ma a nessuno importa di prendere seri provvedimenti.

Il dirigente dell’Asp è stato invitato 2 volte da un medico a vedere le condizioni in cui versa il Pronto Soccorso ma non è mai venuto; all’amministrazione comunale non interessa conoscere la condizione del Pronto Soccorso della sua città.
Poi aggiungiamo anche il disinteresse delle forze dell’ordine che non intervengono. E’inammissibile che non ci sia un posto di polizia nell’Ospedale.

La ciliegina sulla torta è l’imminente chiusura del reparto pediatrico, sabato c’è stata una manifestazione in merito, ma che ovviamente purtroppo non porterà nessun frutto. Invito vivamente i dirigenti dell’Asp, il Sindaco e le forze dell’ordine ad essere presenti e prendere le dovute misure per il bene di tutti.

Se dovesse accadere qualcosa di irreparabile, sarà inutile fare il classico scarica barile e il classico pianto del coccodrillo.

Non è possibile che nel 2019 in un paese civile come l’Italia, ancora accadono queste cose.

Vi ringrazio di aver pubblicato questo mio articolo.”

(lettera firmata)