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Lettere 2.0: “Un’altra drammatica esperienza negativa nel pronto soccorso di Cosenza.”

Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice:

Buongiorno, oggi sono qui a scrivere l’ennesima pagina di malasanità, che purtroppo viviamo nel nostro pronto soccorso.

Mercoledì pomeriggio mio figlio in preda ad una colica renale abbastanza forte, con conseguente blocco dell’urina, piegato in due dal dolore e quindi non in grado di camminare, arriva in ps con l’ambulanza, ore 16.40.

Dopo aver visto che forse si poteva trattare di colica renale, è stato letteralmente abbandonato a se stesso, senza fargli un antidolorifico e incurante del fatto che non andando in bagno, cosa detta e ridetta al personale sanitario, rischiava un blocco renale. Fortunatamente dopo l’ennesima colica, smuovendo forse il calcolo, riesce ad andare in bagno. Intanto erano le 21 e NESSUNO ancora lo aveva visitato.

Alle 22.30/45 la situazione non era cambiata, sono andata al ps a chiedere spiegazioni, c’è da dire che nonostante l’ambulanza gli avesse assegnato il codice giallo, al ps non aveva neanche il codice, infatti alla mia domanda del perché non avesse il braccialetto con il colore del codice, mi è stato risposto che il paziente era vigile!!!!! La mia risposta è stata “quindi il bracciale lo si mette ai morti?” In più incalzo dicendo “e se ce ne andiamo, visto che nessuno s’è degnato di fargli neanche un antidolorifico”, per tutta risposta ho ricevuto un’alzata di spalle.

VERGOGNOSO!!!!
Morale della favola: dopo tutte quelle ore siamo andati via per passare dalla guardia medica, quantomeno per fargli un antidolorifico e giovedì mattina andare a fare un’ecografia a pagamento!!!!! W la sanità calabrese!!!!!!
Preciso che nessuno pretendeva di scavalcare i codici rossi, ma a tutto c’è un limite. Se una persona va in pronto soccorso ci va sicuramente perché ne ha bisogno e non perché non ha niente da fare e quindi va a stare un po’ lì.

Se non sono in grado di gestire le situazioni che non sono codici rossi, lo dicessero che la gente vede come fare, si mette l’anima in pace e va alla ricerca di medici, esami e quant’altro naturalmente a pagamento chi può, chi no per la sanità calabrese può tranquillamente MORIRE.
Non credo sia così difficile, dopo una prima valutazione mandare il paziente nel reparto di competenza, in questo caso in Urologia o Nefrologia, dove avrebbero fatto magari nell’immediato un’ecografia, sarebbe stato visitato forse dallo specialista e forse saremmo giunti ad una diagnosi più celere e avremmo liberato il posto in ps.

Ignorantemente penso che questo sia uno dei pochi metodi forse per snellire il flusso dei NON codici rossi del ps.

(Lettera firmata)