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Lettere 2.0: “Un paziente in codice rosso non può stare due giorni buttato su una barella al Pronto Soccorso”

Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice:

 

“Salve, se è possibile, vorrei testimoniare la mia esperienza negativa al Pronto soccorso di Cosenza. Purtroppo mi rendo conto che è l’ennesima, ma dobbiamo pur fare qualcosa. Così non si può andare avanti…

Inizio dicendo che è una giungla, nessun rispetto per i pazienti, per i familiari e per chi arriva lì, non per aggredire la gente, ma per essere curato.

Poche sere fa ho passato tutta la notte in pronto soccorso con mio fratello arrivato in codice rosso. Lui ha 52 anni ed è arrivato con febbre alta e forte mal di testa da più giorni.

Come al solito abbiamo trovato pochi medici ed una marea di persone in difficoltà. La cosa che più mi sconvolge è la grandissima maleducazione degli addetti ai lavori, chiamiamoli così…

Persino la guardia di turno ci ha cacciati fuori, sotto la pioggia, visto che non c’è una sala di attesa per i familiari. Abbiamo ricevuto solo urla e modi sgarbati. Cerchiamo di fare fronte a questa situazione, sta diventando davvero insostenibile.

A parte che un paziente in codice rosso non può stare due giorni “buttato” su una barella, senza intervento di nessun genere, tranne che per gli esami di routine.

Poi nessuno ti dice nulla e nessuno fa nulla. Siamo lì ad aspettare la grazia dal cielo, pregare in ginocchio per avere un minimo di informazione.

Appunto, un giungla…

Chiedo di pubblicare (ahimè) il mio sfogo in anonimo perché qua ci manca solo che qualcuno se la prenda con lui…!

Grazie”

(Lettera firmata)