Notizie ed informazioni di Cosenza e Provincia

Lettere 2.0: «’Sfrattati’ da casa per dei lavori al tetto, mai sistemati. Stiamo vivendo un incubo.»

Riceviamo lo sfogo della nostra lettrice Alessandra:

 

 

“Voglio raccontarvi una storia, anzi un incubo…

Accadde a Cosenza a causa dell’ operato del mio ‘amico immaginario’, nel pomeriggio del 4 agosto 2022 e nel pomeriggio di domenica 7 agosto 2022.

Il 4 agosto la nostra casa ha cominciato a vibrare  (i lampadari del nostro salone, della camera dei ragazzi e del bagno ondeggiavano, mentre i faretti di salone e corridoio si staccavano dal soffitto, smettendo di funzionare).

Sulla mia testa e sulla testa dei miei figli – che erano in casa con me – sul pavimento, sui divani, sui letti dei miei figli e sui vari loro strumenti tecnologici (tv, pc, stampante, ps4…) cadevano minuscole particelle e polveri di intonaco provenienti dal soffitto, a causa delle forti vibrazioni e dei potenti colpi che da lì provenivano

Non riuscivo a comprendere che cosa stesse succedendo, non ricordavo alcuna assemblea di condominio in cui fossero stati approvati dei lavori sul tetto!    (**ho scoperto solo successivamente che la causa di rumori e vibrazioni era lo smantellamento di una parte di tetto ad opera del mio amico immaginario e di alcuni suoi amici**).

Dato il persistere dei fastidiosissimi rumori e delle forti vibrazioni provenienti dal soffitto, aprivo la porta della nostra casa per capire che cosa stesse accadendo.  
Notavo uno strano via-vai di sconosciuti, alcuni senza maglietta, che trasportavano attrezzi e materiali per costruzioni edili e che entravano ed uscivano dall’ascensore – la cui corsa si interrompe al mio piano – per poi recarsi all’ ultimo piano a piedi, salendo, appunto, l’ ultima rampa di scale.

Così chiedevo ad uno di questi sconosciuti, che era appena uscito dall’ascensore con in mano una specie di motosega, che cosa stesse avvenendo sul tetto, se sul tetto ci fosse una ditta e se io potevo parlare con il direttore dei lavori o con qualche responsabile, visto che nella nostra casa vibrava tutto. Mi sentivo rispondere dallo “sconosciuto con la motosega in mano” che lui non ne sapeva nulla, che si trovava lì perchè era stato appena chiamato da qualcuno che si trovava già sul tetto del nostro palazzo e che avrebbe fatto scendere il mio amico immaginario, per parlare con me.

Il mio amico immaginario, con tono seccato (aveva estrema fretta di tornare a lavorare sul tetto), scendeva a parlare con me per pochi secondi. Io gli spiegavo che nel nostro appartamento i forti rumori e le vibrazioni provenienti dal soffitto avevano allarmato me ed i miei figli e avevano causato dei danni, pertanto volevo sapere quale fosse la ditta che, in quella maniera quantomeno discutibile, stava eseguendo quei lavori.

Mi sentivo rispondere dal mio amico immaginario, mentre, stizzito ritornava sul tetto:《 il nome della ditta non sono affari vostri. La ditta sono io! 》( e nel pronunciare a voce alta quel “sono io!” batteva più volte la mano sul suo petto).

Dovete sapere che l’atteggiamento del mio amico immaginario, poco rispettoso degli altri, anche quando questi vengono danneggiati dalle sue azioni, atteggiamento quasi di sberleffo verso chiunque osi fargli notare un suo errore, era cosa a me nota da tempo e, ahimè, non si manifestò per l’ultima volta in quel pomeriggio. Continuò anche nella giornata di domenica 7 agosto (mentre il mio appartamento veniva completamente invaso da acqua piovana per colpa delle sue “gesta”) ed anche nei giorni successivi.

Pertanto non rimasi troppo sorpresa dalle risposte irrispettose del mio amico immaginario. Così telefonai a mio marito, che non era in casa, per informarlo dei fatti allarmanti che stavano avvenendo sulla mia testa.  Mio marito, a sua volta, avvisò dell’ accaduto l’amministratore del mio condominio immaginario, che, a sua volta, chiamò i vigili del fuoco. I vigili del fuoco arrivarono, ma non entrarono nel palazzo: rimasero nel cortile a parlare con l’amministratore.

Nel frattempo, gli sconosciuti che fino ad alcuni minuti prima si trovavano sul tetto insieme al mio amico immaginario, erano magicamente spariti e con loro anche un misterioso furgoncino blu parcheggiato nel cortile. Fine della storia, ma non dell’incubo.

(In quello stesso pomeriggio ho appreso che il mio amico immaginario , in spregio ad ogni regola, aveva ritenuto di iniziare il suo scellerato gesto di smantellare un tetto senza avvisare la sua stessa direttrice dei lavori e la ditta regolarmente iscritta all’ albo, da lei individuata. Proprio per questo motivo, l’ ingegnere direttrice dei lavori denunciava il gravissimo fatto compiuto dal mio amico immaginario e decideva di dimettersi dal suo incarico.  Il mio amico immaginario l’aveva combinata grossa: invece di avvisare lei, come avrebbe dovuto, aveva preferito chiamare a sua insaputa gli sconosciuti che io avevo visto salire e scendere dal tetto, senza protezioni di alcun genere, dotati di motoseghe, grossi martelli od altri attrezzi simili ed evidentemente abituati ai lavori manuali e al carico di materiale pesante sulle spalle, come grosse pietre o sacchi di cemento).

Il mio racconto semiserio termina qui. Ora passo a scrivervi senza ironia.

Dopo tutti gli sberleffi e i danni per la mia famiglia già subiti in quel pomeriggio di giovedì 4 agosto, come se non bastasse, dal 7 agosto in poi, con le copiose piogge, nel nostro appartamento sono arrivati danni ancora piú gravi e più seri (l’ acqua ha invaso tutto: soffitti, pareti, pavimenti, impianti elettrici, mobili , divani, materassi, tessuti e suppellettili) ed è arrivato anche l’allontanamento dalla nostra casa, dichiarata inagibile.

Ora siamo giunti ad inizio novembre 2022. So bene ed ho ormai accettato che io e la mia famiglia dovremo stare ancora a lungo lontani dalle nostre cose e dalla nostra casa, mentre il mio amico immaginario vive tranquillamente nel suo dolce nido.

So bene che dovranno ancora passare dei mesi prima che il nostro appartamento possa essere completamente e perfettamente asciutto, in modo da avviare i lavori di ristrutturazione che ci consentiranno di ritornare in una casa dignitosa, sicura, senza umidità, senza muffe, senza rischio di crolli di intonaco o altro. Ho accettato il fatto che serviranno le temperature più miti e il clima asciutto della prossima primavera per iniziare la ristrutturazione.

Ciò che non riesco proprio ad accettare e a comprendere, però, è perchè il tetto, che da tutti viene considerato necessario per la stabilità di un edificio, tanto quanto le fondamenta, non sia stato ancora ricostruito, così com’era prima dello scellerato gesto dello smantellamento scriteriato.
Che cosa dobbiamo aspettare ancora? Altri danni alle cose? E danni anche per l’incolumità delle persone? Uno stabile senza la protezione di un tetto è qualcosa che non può e non deve esistere.
Altra cosa che proprio non riesco a comprendere e ad accettare è il mondo alla rovescia (della burocrazia e non solo di quella) nel quale sono piombata dal 4 agosto del 2022.

Noi danneggiati (ovvero la mia famiglia in primis e tutti gli altri condomini del palazzo che non ha più una parte di tetto), secondo molti, dovremmo continuare ad aspettare e a sopportare in silenzio, senza lamentarci troppo per il fatto che i lavori urgenti di rifacimento del tetto non sono ancora iniziati dopo quasi 90 giorni (non capisco perchè). Da noi cittadini danneggiati, si pretende, spesso con modi seccati, “pazienza infinita e calma da vendere”.

Invece, in questo mondo alla rovescia, non vengono minimamente “disturbati” da alcuno quei cittadini che causano gravi danni agli altri, con il loro operato in spregio ad ogni regola.
In questo mondo alla rovescia, si continua a trattare con i guanti bianchi, come si suol dire, i furbi, anzichè i cittadini vittime dei loro soprusi. Io non voglio vivere in un mondo così, un mondo alla rovescia. E voglio gridarlo con forza a tutti.

Voglio ancora sperare nella giustizia giusta di un mondo non alla rovescia. Voglio ancora sperare che il tetto possa essere ricostruito nelle prossime ore (a tutti i costi, immediatamente e a regola d’arte , per scongiurare il pericolo di altri danni causati dalle piogge e dal freddo che caratterizzano la stagione autunnale e quella invernale ). Voglio ancora sperare che al più presto i responsabili dello smantellamento scriteriato del tetto siano almeno “disturbati con dolcezza” (non pretendo che venga riservato anche a loro il trattamento seccato, a volte brusco e scortese, che viene spesso riservato a chi subisce danni o è vittima di soprusi!),  in modo che tutti, danneggiati e responsabili dei danni, possano avere ciò che meritano.  Per tutto il resto avrò la pazienza di aspettare il tempo necessario.

Alessandra, cittadina italiana che fino al 7 agosto abitava con la sua famiglia , serenamente, nell’ appartamento acquistato ed arredato, a poco a poco, con i sacrifici di quasi 30 anni, situato al sesto piano di un palazzo, a Cosenza, e che ora vive altrove, pagando un affitto di 650 euro al mese.

P.S. Per come sono andati i fatti dello “smantellamento scriteriato del tetto” e visto che sui danni creati dal mio amico immaginario ormai sanno anche alla Procura della Repubblica, mi sarei aspettata almeno la visita di persone in divisa a “tirare le orecchie” o a fare “un piccolo rimprovero” al mio amico immaginario. È importante leggere con estrema attenzione ciò che fece (e come lo fece)  giovedì 4 agosto, il giorno dello smantellamento del tetto. A mio avviso, già in questo racconto, sono presenti tanti buoni motivi non solo per multare, ma forse addirittura per chiedere l’arresto immediato di qualcuno che agisce in quella maniera intenzionalmente, creando seri pericoli per le persone che vivevano sotto di lui.
Invece, nel nostro mondo alla rovescia, non solo non viene messo da nessuno di fronte alle sue gravi colpe e responsabilità, viene pure trattato con “estremo garbo” da molti.”