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Lettere 2.0: “Se alle Poste non siete in grado di offrire un servizio… evitate di proporlo”

Riceviamo lo sfogo della nostra lettrice:

 

Sfogo di una lettrice…

Buonagiorno, sono una lettrice indignata reduce di un episodio spiacevole presso l’ufficio postale di Viale G. Mancini n.270, a Cosenza.
Come spesso mi capita di fare, giovedì 17 dicembre avevo prenotato il ticket, per le 13.30 (n. MA42). Com’è il mio solito, mi reco davanti all’ufficio postale circa mezz’ora prima della prenotazione. Alle 13.20 viene chiamato l’utente con prenotazione MA41, ossia quello prima di me, il quale non si era presentato, per cui hanno fatto giustamente entrare un altro utente non prenotato.

Fin qui, tutto a posto. Alle 13.35, tramite citofono, l’impiegata comunica all’utenza in attesa fuori che l’ufficio era chiuso e non era più permesso a nessuno di accedere…

Sgomenta, busso alla vetrata dell’ufficio e mostro il mio cellulare facendo cenno alla prenotazione. L’impiegata, per tutta risposta, con le braccia fa cenno che era ormai chiuso.

Citofono per chiedere spiegazioni, e mi dicono laconicamente che l’ufficio è chiuso…e riattaccano. Arrabbiatissima, citofono nuovamente e faccio presente che sono in attesa da mezz’ora e che avevo una prenotazione per le 13.30. Ma l’impiegata, tra l’altro chiaramente infastidita, risponde che ormai i terminali sono disconnessi e dunque non è più possibile procedere con le prenotazioni.

Avrei dovuto chiamare i Carabinieri, e mi pento di non averlo fatto nell’immediato. Ma non escludo di parlare con il mio legale di fiducia per valutare un esposto.

Intanto, come minimo sarebbe il caso di comminare una severa sanzione disciplinare agli impiegati! Io ho preso un permesso in ufficio per poter essere puntuale. E, permettetemi di dirlo, se non si è in grado di offrire un servizio valido ed efficiente agli utenti, forse è meglio non proporlo affatto.

D.M.