Notizie ed informazioni di Cosenza e Provincia

Lettere 2.0: “Ragazza in balia di un forte attacco di panico, trattata con sufficienza dal personale medico”

Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice:

 

 

Una ragazza di 18 anni è incappata nella classica ragazzata di ferragosto, ovvero una mal-assunzione di alcool che però ha causato un forte e duraturo attacco di panico (di cui soffre e di cui la sua comitiva è a conoscenza). Ha cominciato ad avvertire la sensazione di non riuscire a respirare, condita da diverse sensazioni di debolezza.

All’inizio la compagnia di cui faceva parte ha cercato di aiutarla bagnandole la testa e cercando di tenerla impegnata in discorsi per non farla svenire, mentre cercavano aiuto. Col tempo la situazione non ha fatto altro che peggiorare, la ragazza ha infatti cominciato ad affermare di non ricordare più nulla e che non ci vedesse più.

A quel punto, dopo tutto il possibile primo soccorso che le è stato potuto dare, si decide di chiamare l’ambulanza a seguito della prima di tante mancanze di sensi, e sotto consiglio di adulti che allarmati dalla situazione di sono avvicinati.

Quì si può avere il primo campanello di allarme, infatti l’ospedale più vicino, ovvero quello di Paola, fà sapere che non avrebbero mandato un’ambulanza, dando come motivazione che erano tutte non disponibili. All’inizio poteva anche sembrare normale durante la notte di ferragosto, rimane comunque plausibile come cosa, ma la situazione della ragazza non poteva essere ignorata.

Continuavano infatti i deliri dovuti ai sintomi sopracitati e i continui svenimenti, per questo motivo fortuna ha voluto che dei ragazzi si siano offerti di portarla fino all’ospedale, dato che della sua comitiva l’unico in possesso di patente e vettura sul momento era in evidente stato di shock e incapace di guidare.

Parte così il disperato tentativo di portare la ragazza in auto alzandola a peso morto da terra, durante uno dei suoi tantissimi mancamenti, con due ragazzi che si facevano forza alternandosi nel portarla fino al mezzo che l’avrebbe condotta in ospedale.

Una volta all’interno, insieme alla persona più fidata e i 2 ragazzi offertosi di guidare fin lì, la ragazza comincia a soffrire di conati di vomito e ad avere perdita di memoria. Più volte infatti dopo essersi ripresa da uno svenimento nel tragitto ha cominciato a chiedere dove si trovava e dove stava andando e ha implorato di farla tornare indietro perché non voleva causare disturbi. Richieste ovviamente ignorate dato il critico stato del soggetto in questione.

Da premettere che i ragazzi erano sulla spiaggia di Torremezzo di Falconara, quindi causa di forza maggiore l’ospedale più vicino era quello di Paola. Il ragazzo che era con lei ha chiamato la famiglia i quali si sono precipitati al pronto soccorso.

Solo il giorno seguente la madre è venuta a conoscenza di quanto accaduto nel pronto soccorso perché quando si trovava lì la figlia non le ha detto nulla. Ha rifiutato le cure perché chi l’ha seguita, medico e paramedico, le hanno detto che la prossima volta il vomito se lo doveva raccogliere da sola e che per un’ubriacatura non si va in Pronto Soccorso.

Ma di cosa stiamo parlando? Fare almeno un anamnesi per capire che già la ragazza soffre di attacchi di panico, che forse sono stati la causa primaria del malessere e degli svenimenti, era troppo difficile?

Parliamo di mal uso di alcool, non di abuso: un cocktail e una birra che miscelati le hanno scaturito gli svenimenti e l’attacco di panico. Non punto il dito contro l’operato (che anche quello ha lasciato a desiderare perché comunque è stata trattata con molta sufficienza) ma le parole che sono state dette. Avrei voluto vedere un loro figlio!!!

Il pagamento del ticket ve lo potete scordare!

(Lettera firmata)