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Lettere 2.0: “Pronto Soccorso – Un inferno nel quale ogni tanto, per fortuna, si trova un angelo…”

Riceviamo lo sfogo della nostra lettrice Paola:

Carissimo presidente, Roberto Occhiuto, spero che oltre ad inaugurare i nuovi spazi, abbia fatto un giro nell’attuale pronto soccorso. Ben vengano gli ampliamenti ma se il personale è carente e, nella maggior parte dei casi, con poca umanità, tutto fallisce!
Il mestiere del medico è una vocazione, non una improvvisazione legata alla mera, seppur alta, retribuzione.
Ahinoi!
Per non parlare del personale posto alla vigilanza, che, nella maggior parte dei casi, è da censurare per i modi, a dir quanto, bruti. La pistola in tasca non fa potere e né noi familiari, né, soprattutto, i pazienti stessi, siamo lì per scelta. Come ben definito, un “girone dell’inferno”!

Scrivo per esperienza personale e, soprattutto, per aver assistito a scene a dir poco raccapriccianti. L’unico mio ringraziamento va a quell’angelo di giovane dottoressa del triage (bionda con gli occhi azzurri), della quale, purtroppo, non so il nome, che mi ha indirizzata alla dottoressa Sinopoli la quale ha preso subito a cuore, pur non conoscendomi, la situazione adoperandosi con una grandissima umanità, sensibilità e disponibilità e, aggiungo, gran polso. Nonostante la situazione emergenziale che stava affrontando “sola” con il suo staff. Una goccia in mezzo al mare!

Paola Dodaro