Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice
“Salve, vi leggo sempre e trovo il vostro servizio estremamente utile.
Vi scrivo per condividere quella che presumo sia un’esperienza comune, purtroppo, a troppi.
Sappiamo tutti che siamo in emergenza, che con questo maledetto Covid ci sono norme rigorose e precise da rispettare, e va bene cosi, io vi scrivo per far presente una situazione in cui mi son trovata pochi giorni fa.
Mia madre deve operarsi e anche con una certa urgenza, non é possibile starle vicino, si hanno notizie frammentarie tramite i cellulari, la sensazione di frustrazione e impotenza ovviamente é forte ma si accetta, perché non si può fare diversamente.
Quando riesce a comunicare chiede alcune cose che le necessitano, non fondamentali forse ma che servono a farci sentire vicine e come sostegno psicologico in una situazione sicuramente non facile.
Prendo le cose richieste, dunque, e mi reco all’ospedale (di Cosenza, per inciso), arrivata lì, all’ingresso una guardia mi dice che non potevo lasciare nulla (e sottolineo che non era mia intenzione entrare, avrei lasciato il tutto in una busta, all’ingresso e sarebbe venuto qualcuno dall’interno a prenderla).
Non potevo lasciare nulla perché per questo c’erano i giorni stabiliti, il martedì ed il venerdì, queste erano le indicazioni avute dall’alto.
Allora io chiedo semplicemente, se possibile, di rivedere questa cosa, magari chi é ricoverato e non ha la possibilità di vedere i propri cari può sentirli comunque più vicini nel vedersi recapitare un qualcosa, una qualsiasi cosa, che ha richiesto, avere dei giorni fissi per questo ha un che di crudele e penso anche incentivi l’assembrarsi di persone che se avessero la possibilità di scegliere si presenterebbero in giorni diversi della settimana e in numero probabilmente più esiguo.
Ecco, questo è quanto, buon lavoro e grazie”
Angela