Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice:
“Cari lettori, vorrei rendere pubblica la mia storia.
Sono una mamma di 29 anni di tre bambini, nel mese di febbraio all’improvviso iniziai a sentirmi strana, avevo degli episodi quasi di epilessia, svenimenti e tremori, la sensazione era come se mi mancasse l’ossigeno.
Una mattina mentre accompagnavo i bambini a scuola sono svenuta, fortunatamente c’era mio marito e non ero sola, andiamo di corsa al pronto soccorso e da lì è iniziato il calvario.
Arrivo alle 9 della mattina, mi fanno le analisi e la Tac per accertarsi che si trattasse di epilessia, rimango nel corridoio ad aspettare fino alle 6 del pomeriggio senza avere notizie dei miei risultati; dopodiché mi visita un neurologo (del quale non faccio il nome) che dice che la mia era tutta immaginazione, che stavo bene e non avevo nulla, era pure stressato e non voleva visitarmi. Allora una dottoressa di turno decide di ricoverarmi per farmi una risonanza magnetica con contrasto, perché la Tac era nella norma.
Mi ricoverano rimango 3 giorni in ospedale, solo per farmi tamponi Covid ogni mattina e misurazione della pressione.
Nel frattempo mi dimettono senza aver fatto nulla e mi danno appuntamento dopo 3 giorni.
Finalmente faccio la risonanza magnetica e dopo 2 giorni circa, dovevo recarmi in ospedale e parlare con i dottori, mi fanno attendere un’ora e ancora la mia cartella non era stata nemmeno visionata.
Dopo aver visto la mia risonanza, mi è stato detto che non c’era nulla che non andava.
Passano i giorni ed io continuavo a stare sempre peggio.
Una sera a cena dai miei suoceri iniziai a sentirmi di nuovo male e sono svenuta.
Mio marito ha chiamato l’ambulanza e quando sono arrivati i soccorritori, erano 5/6, sono stata trattata in modo strano, mi dicevano: «Devi dire la verità, stai facendo finta di stare male? Tu non hai nulla stai bene… Questi sono solo ‘teatrini’. Fatti una dormita e ti riprendi!!».
Ma io non mi sono data per vinta e sono andata da un noto neurologo di Cosenza e anche per lui stavo bene era solo stress, ennesimo episodio di menefreghismo.
Dovevo capire cosa mi stava succedendo, mi sentivo che c’era qualcosa che non andava e non si trattava né di stress e né di epilessia e allora ho preso appuntamento da un cardiologo presso l’ospedale di Paola.
Finalmente lì ho scoperto quale era la causa di quello che mi stava accadendo.
A causarmi questi brutti malesseri erano semplicemente le mie compresse per il cuore: “Cardicor”.
Queste compresse mi erano state prescritte per la tachicardia, ho rischiato la vita perché mi facevano mancare l’ossigeno e di conseguenza svenivo e perdevo conoscenza.
Da quando ho smesso di assumere queste compresse ora sto bene e finalmente posso ringraziare il mio salvatore.
E sottolineo che io ho riferito, quando sono stata ricoverata all’Annunziata, che assumevo il Cardicor…!”
S. V.