Riceviamo le parole della fidanzata Cristina, che ha potuto riabbracciare il suo Riccardo …finalmente tornato a casa sua, a Fuscaldo:
“La speranza è tutto ciò che avevamo quel giorno e, anche se a momenti vacillava, non abbiamo mai smesso di sperare e pregare. Abbiamo pregato Dio, il nostro creatore, la Madonna, i santi… distrutti dal dolore e bagnati dalle lacrime, ci siamo avvolti nella fede come fosse un caldo piumone invernale.
Non avevamo il coraggio di proferire alcuna parola se non: Dio aiuta R. Il 9 marzo R., 22 anni, si è sentito male, lo ha trovato sua madre nel letto, con il viso viola, sanguinante ed un respiro affannoso e pesante, privo di sensi. Saranno ore terribili e per lui cruciali.
Da una prima urgente valutazione medica sembrava non ci fosse alcuna speranza. Tuttavia, giunto nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza, un’equipe di attenti e scrupolosi medici, guidata dal prof. William Autieri, dopo aver studiato per ore il delicatissimo e gravissimo quadro clinico, hanno deciso di intervenire chirurgicamente.
Un intervento per ridurre l’aneurisma cerebrale ad altissimo rischio, reso ancor più complicato dalla polmonite bilaterale che bloccava totalmente il funzionamento dei polmoni di R. Ci venne comunicato di prepararci al peggio, se i polmoni non avessero retto, R. sarebbe passato a miglior vita.
Dopo interminabili ore di attese, silenzi ingombranti e singhiozzi strozzati in gola, finalmente si è aperta quella “maledetta” porta gialla, rimasta chiusa per ore, senza il passaggio di nemmeno un’ombra. R. aveva superato l’intervento.
È stato un miracolo guidato da Dio e compiuto da mani sapienti di uomini e donne: William Auteri, Umberto Silvagni, Alessandra Silvagni e tutta l’equipe di cui fanno parte Antonella Falsetti, Barbara Modaffaro e Barbara Cupello,…
I polmoni restavano il problema principale, i medici dovevano capire che tipo di batterio e virus li avesse colpiti, e trovare una cura in grado di ripristinarne la funzionalità. La terapia indotta sembrava funzionare, piano piano gli scambi gassosi cominciarono ad avvenire e i polmoni iniziarono a rispondere, ma le condizioni di vita sono rimaste molto critiche.
Dopo giorni di agonia finalmente R. si è svegliato dal coma. La rianimazione è il reparto più crudele, molte volte si tinge di nero, ma altrettante volte è lì che si assiste alle seconde possibilità, come nel caso di R. si rinasce.
Successivamente è stato spostato al reparto di neurologia e da lì, trasferito a Crotone, presso l’istituto Sant’Anna, centro di riabilitazione per le gravi cerebrolesioni, riconosciuto fra le realtà più avanzate sul territorio nazionale. È arrivato lì, parlando a tratti e con estrema fatica, senza camminare, nessuna autonomia fisica.
A Crotone ha affrontato una sfida immane. Un lungo e lento persorso di ri-nascita e riabilitazione neurologica e ortopedica curato dai sapienti professionisti del centro pitagorico. R. è riuscito dopo lunghi mesi a riprendersi. Grazie ai medici, alla dott.ssa Lucia Lucca e alla dott.ssa Caterina Pucci, ai fisioterapisti, in particolare all’insostituibile Giuseppina Basta, ed ai tecnici, ha recuperato la mobilità e un efficace approccio cognitivo neurologico.
In poche e semplici parole: ha ripreso a camminare, ragionare e parlare in modo autonomo.
Oggi dopo 110 giorni, è stato dimesso, e presto riprenderà la sua vita. Possiamo definirlo un miracolo, anzi una serie di miracoli, favoriti dalla cura e dall’attenzione di medici, infermieri e familiari.
Siamo grati a tutti i medici, a tutti i professionisti, a tutti gli infermieri, a tutti gli operatori socio-sanitari che hanno aiutato e supportato R. in tutti questi lunghi mesi. Vorrei sottolineare la grande empatia e sensibilità dimostrata da medici ed operatori sanitari dell’ospedale Annunziata di Cosenza e dell’istituto Sant’Anna di Crotone.
Una sanità che funziona, fatta da persone vere, autentiche e profondamente umane. Da operatori che, con professionalità ed un sorriso, lottano insieme al paziente contro la morte e lo sostengono nel suo percorso più difficile che è stato il ritorno alla vita normale.
Vorrei esprimere la mia immensa gratitudine a tutti. Avete salvato due vite, quella di R. ed anche la mia, perché io non ce l’avrei fatta a vivere senza di lui.
Grazie di Cuore.“
Cristina, la fidanzata di R.