Riceviamo la triste testimonianza della nostra lettrice, alla quale vanno le nostre condoglianze:
“Non avrei mai immaginato di riscrivere nel giro di una settimana un altro sfogo del genere. Ma è giusto che io scoperchi una volta per tutte il vaso di Pandora che nasconde la reale situazione nella quale versa la sanità calabrese.
Mamma mi ha lasciata, dopo un periodo di grande sofferenza. Mamma mi ha lasciato per la malasanità. Per i ritardi. Per la privacy. Per la gara di appalto. Mi ha lasciata per l’indifferenza calabrese e italiana.
Ed è giusto che io ora vi racconti per filo e per segno tutto quello che abbiamo vissuto e come nel giro di un mese lei si sia spenta, nonostante le preghiere infinite e le corse per cercare di curarla.
Dai primi giorni di luglio accusava una strana tosse e dei dolori al petto. Diversi medici l’hanno visitata, ma nessuno è riuscito a capire da cosa potesse dipendere, né tantomeno ci ha prospettato il pericolo di un tumore, per cui non abbiamo effettuato esami più approfonditi, ma ci siamo affidati alle terapie che venivano prescritte, e che comunque non davano risultati apprezzabili.
La sfortuna ha voluto che, verso la fine del mese di luglio, tutta la famiglia siamo risultati positivi al Covid. Tutto si è fermato perché nessuno era disponibile a visitare un soggetto positivo, o contatto stretto di positivo.
Il 10 agosto viene finalmente ricoverata all’ospedale di Cosenza. Volutamente sorvolerei sull’attesa di un giorno e mezzo in pronto soccorso per mancanza di posti, e sul tampone Covid falsamente positivo che ha ulteriormente ritardato l’ingresso in reparto.
Alla fine viene eseguita una TAC con contrasto. Il sospetto di tumore ai polmoni diventa più concreto, ma nessuno ci dice nulla. Aspettano di eseguire una broncoscopia per fare anche l’esame istologico delle cellule prelevate. L’esame istologico arriva il 28 Agisto!!!!! Tempistiche dannatamente lunghe, logoranti e pericolose.
Smarriti davanti a questa terribile diagnosi e all’assenza di altre indicazioni, partiamo per l’IEO di Milano. Mia madre viene visitata l’1 Settembre dal chirurgo, il quale purtroppo ci dice che il tumore non è operabile perché ormai troppo esteso.
Veniamo indirizzati da un oncologo, che suggerisce di cercare la mutazione genetica che avrebbe prodotto questa neoplasia, e contrastarla con la terapia biologica. Intanto mia madre peggiora di giorno in giorno e ormai vive attaccata alla bombola di ossigeno e combatte con la tosse perenne.
Ci attacchiamo alla speranza della terapia biologia, e il 12 Settembre riceviamo una mail che indica la mutazione genetica che è stata individuata e il farmaco che dovrebbe curarla. Ci spiegano che si tratta di semplici compresse che potrebbe assumere a casa sua, e che sono anche mutuabili.
Questo ottimismo dura poche ore. La visita presso il reparto di oncologia dell’ospedale di Paola conferma la gravità della situazione e ci indirizza presso la farmacia territoriale per l’approvvigionamento del farmaco. Scopriamo a questo punto però che la Regione Calabria non ha mai acquistato questo medicinale, devono avviare da zero tutte le procedure burocratiche per procurarlo. Ci vorrà almeno un mese. Per noi è un tempo troppo lungo.
Avviamo per iniziative personali le ricerche di questo farmaco in altre regioni italiane e poi anche all’estero. Finalmente troviamo una farmacia in Svizzera, che ci garantisce la consegna in 2-3 giorni lavorativi. Però dobbiamo pagare di tasca nostra, sia il costo del farmaco (€ 7200 per una scatola che ci basterà solo un mese) sia le varie spese per andarlo a prendere in Svizzera.
Il farmaco arriva finalmente a casa nostra il 20 settembre, ma, nel corso della stessa giornata, mia madre è vittima di una grave crisi respiratoria. Viene di nuovo ricoverata d’urgenza al pronto soccorso dell’Annunziata, ma dopo ulteriori sofferenze e circa 24 ore ci lascia per sempre.
Lo stato dovrebbe dare aiuti concreti a chi è in difficoltà invece di fare compagna elettorale sull’omosessualità, sui porti e sui migranti. La sanità dovrebbe essere la prima preoccupazione, è essenziale, è salvavita. Il resto sono cose inesistenti, non sono problemi. Li fanno sembrare tali per distogliere l’attenzione da ciò che è importante veramente.
Mia madre, come tanta altra gente, non meritava questa sorte e voi non potete immaginare minimamente cos’hanno visto i miei occhi e come io sia stata impotente di fronte alla sua sofferenza.
Ho scritto in privato al nostro Presidente di Regione prima che succedesse tutto quello che è avvenuto in questa settimana e la scorsa invece gli mandai una e-mail. Non ho ricevuto risposta da nessuno, inesistenti per la loro regione. Però poi vanno in giro per la Calabria a far credere che la stiano migliorando e che la vogliono recuperare con pubblicazioni su Facebook e Instagram, si perché la vita reale, è lì signori.
Invito tutta la sua Giunta a fare un giro nei reparti oncologici, nei pronto soccorso, nei reparti, tra i medici e gli infermieri e a dar voce a chi non ne ha, come mia madre. Fatevi un giro in quelle strutture in cui voi non metterete mai piede perché a curarsi in queste strutture ci va la gente come noi, voi andate altrove, siete potenti, avete soldi e potere fare l’impossibile pur di salvarvi la pelle.
Vorrei urlarle contro una valanga di cose per farle sentire un punta del mio dolore, per far valere la voce di mia madre che per troppo tempo è stata buona, pacata, aspettando, sperando.
Ps. Invito tutti voi a partecipare alla raccolta fondi in favore della Fondazione IEO-Monzino per la ricerca di nuove cure per il tumore del polmone. È stato l’unico centro in questo calvario a dare una mano a mia madre e alla nostra famiglia,a darci una speranza. Si accetta ovviamente qualunque somma di denaro. Abbraccio forte ognuno di voi che li sosterrà..
E fate in modo che questa storia possa arrivare in alto, date voce a questa storia per far sì che nessuno debba più vivere un simile calvario…
Grazie“
(Lettera firmata)