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Lettere 2.0: “La nostra drammatica esperienza di malasanità a Cosenza”

Riceviamo questa lettera, purtroppo sconcertante, della nostra lettrice:

 

 

Abbiamo scelto di riportarla qui integralmente, senza alcuna modifica, per trasferire l’autentico stato d’animo della nostra lettrice:

 

“Salve mi chiamo Monica, vedo che sulla vostra pagina parlate spesso della malasanità dell’ospedale di Cosenza. Vi vorrei raccontare un mio sfogo:

Inizio febbraio, era una domenica mattina e mio padre stava pulendo il giardino, gli viene da tossire. Nota del sangue, rientra a casa e gli succede altre due volte. Ne parla con mamma, chiamano mio fratello e lo porta subito a l’ospedale di Cosenza. Preciso che mio padre si sentiva bene fisicamente.

Arrivano al pronto soccorso, fanno tutti gli accertamenti, alla fine, dopo passata una notte al pronto soccorso, il secondo giorno viene ricoverato a Rogliano. Lì fanno una tac con il contrasto dove vedono due piccolissimi noduletti di due millimetri al polmone destro, quindi si deve procedere con la broncoscopia per fare la biopsia.

Ripeto che mio padre non si sentiva nulla, non aveva nessun dolore. Dopo 10gg di ricovero viene mandato a casa perché per i risultati della biopsia ci vogliono dai 15 ai 20 giorni.

Ritornato a casa inizia a sentire dei piccoli dolori alle gambe e anche dolore alla spalla destra, quindi va dalla dottoressa curante che gli dice che forse era la circolazione, visto che lui prendeva la cardiospirina ed era stata sospesa, quindi gli prescrive le radiografie.

Il dolore alle gambe ed al bacino più stava e più aumentava; fa la radiografia e risultano dei problemi alle anche ed alla schiena. Intanto arriva il risultato della biopsia ed è negativo, ahinoi avremmo scoperto dopo che non era affatto cosi, ma noi tutti ne eravamo ovviamente molto felici.

Intanto la dottoressa gli fa fare una visita fisiatra, gli danno una cura perché era messo male con la schiena e le anche, solo che più stava e più peggiorava. La cura non serviva a niente, non riusciva a portare nemmeno la macchina… cosicon mia mamma contattiamo un ortopedico, lo portiamo a visita, controlla le radiografie, lo visita e nota che mio padre non era autonomo a fare nulla, nemmeno a togliersi i vestiti.

Controlla tutti i documenti rilasciati dall’ospedale, fa tante domande ed alla fine si alza e dice “Se io fossi in lei non lo porterei nemmeno a casa, andrei subito in pronto soccorso. C’è qualcosa che non va e va indagato. Non è un problema ortopedico.”

Con mio fratello lo portiamo di nuovo in pronto soccorso… ripeto: mio padre era una persona sempre in movimento, non stava mai fermo.

Arriviamo al pronto soccorso a Cosenza, entro io con mio padre a fare la cartella e l’infermiere di turno gli fa delle domande senza visitarlo, dicendo che “è un problema di schiena, gli do un codice bianco, non è urgente”.
Rispondo io: “Ma che sta dicendo? Mio padre non riesce a camminare, non dorme più la sera, ha la febbre, lui è un tipo sempre attivo, c’è qualcosa che non va.” Ma lui niente, conferma il codice bianco.

Dopo tre ore di attesa andiamo nella stanza del codice bianco … (altra cosa, non mi volevono dare nemmeno la sedia a rotelle e mio padre non riusciva a camminare)… comunque… andiamo nella stanza del codice bianco dove c’era una dottoressa bionda che lo fece solo alzare senza visitarlo. Le spiego tutto e le dico che mio padre ha iniziato a sentire dolore dopo la broncoscopia, lei dice che è un problema ortopedico, io rispondo che eravamo già andati dall’ortopedico e non si trattava della schiena… lei mi dice che per lei non era un caso urgente, che visto il ricovero di Rogliano era più un problema psicologico ed ortopedico …e quindi mi fa annullare la pratica…!!!

Non si merita nemmeno essere chiamata dottoressa perche non dovrebbe fare il medico. Quindi ci mandano a casa.. Il giorno dopo mio padre aveva la visita di controllo all’ospedale di Rogliano ed era un mese preciso da quando era stato ricoverato.

 

 

Con mio fratello e mia madre portiamo mio padre a visita, arriviamo a Rogliano, mio padre non riusciva nemmeno a salire in macchina, la notte non dormiva più dai dolori, aveva febbre e sudava durante la notte. Arriviamo e dobbiamo chiedere una sedia rotelle, mio padre stava malissimo, entriamo nel reparto e troviamo un dottore al quale dico che mio padre dal giorno della broncoscopia non cammina più, non mangia più, ha dei dolori atroci alle gambe ed alle anche… ma lui mi risponde con tono nervoso “cosa vuol dire della broncoscopia? Che la colpa è nostra?” Io gli rispondo che “non sto dicendo che la colpa è sua …è solo per farle capire che da quel giorno mio padre non sta bene.”

Comunque… procede con la visita, prende la mano, guarda le unghie e si riferisce a me: “Vedi, tuo padre ha un colorito meglio del mio. Io non lo posso ricoverare, non è un problema di polmoni”… e cosi ci manda via.

Mio padre continuava a non stare bene quindi decidiamo di portarlo di nuovo al pronto soccorso a Cosenza. Per fortuna all’accettazione questa volta troviamo una brava infermiera, lo visita e chiede una visita neurologica. Fanno la visita e chiedono la tac e radiografie. Così dopo tre ore lo portiamo a fare la tac. A seguire la dottoressa della tac fa entrare me e mio fratello e per prima cosa ci chiede: “Ma vostro padre da quando deve fare una tac?” Rispondiamo che nemmeno un mese fa ha fatto la tac con il contrasto e spieghiamo del ricovero a Rogliano e della biopsia Negativa.

Ed lei risponde: “Come è possibile, a me dispiace dirvelo, ma vostro padre è pieno di lesioni metastasi alla colonna, alle costole ed alle anche.” ….!!!

Ritorniamo al pronto soccorso e mio padre viene ricoverato. Dopo due giorni in reparto oncologia rifanno analisi e la total body…nella quale risulta un tumore al polmone destro e metastasi alle ossa.

Ecco perché aveva dolore…!!! Da lì purtroppo ogni giorno andava peggio… ogni giorno sembrava un anno.. Parliamo con i medici e spiegano che devono fare di nuovo la broncoscopia e la pet per iniziare a fare la chemioterapia… e se non c’erano complicazioni gli avevano dato 2/3 anni di vita…

Per noi figli e mia madre andava bene anche così… non era tanto… però me lo godevo di più.

Dopo due giorni mio padre peggiora, i dolori aumentano, decidono di dargli il targin, ma solo due compresse e lo sospendono. Le analisi non andavano bene, troppo alte, ipercalcemia maligna altissima, entra in coma…

I medici non ci danno più nessuna speranza… quindi decidiamo di farlo morire a casa sua.

Lo portiamo a casa il 29 marzo, lui il 30 marzo muore.

Io voglio dire solo una cosa:

All’infermiere del pronto soccorso quando siamo andati la prima volta che mi ha dato il codice bianco, alla dottoressa bionda del codice bianco ed al medico di Rogliano:

Ascoltate le persone che vengono in pronto soccorso perché se le persone vengono da voi è perché non stanno bene… non per farsi un giro. Vi auguro la stessa sofferenza di mio padre. E la sofferenza che sto provando io.. Mi manca tanto. L’ho perso in due mesi. Adesso spero solo che lì dove si trova sia in pace.

Gli vorrei solo dire GRAZIE per il padre, nonno e marito che sei stato per noi. Ti amo papà …”

Monica