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Lettere 2.0: “Ho riaperto gli occhi dopo un mese. Oggi non posso che dire GRAZIE”

Riceviamo dal nostro lettore Pasquale …che vuole pubblicamente ringraziare chi gli ha salvato la vita:

 

 

Il valore immenso di un semplice GRAZIE

In un momento storico in cui troppo spesso si sente parlare di malasanità in Calabria, ho potuto constatare a “mie spese”, la competenza, la dedizione e la professionalità del Sanitario Medico e paramedico dell’ospedale di Cosenza, in particolar modo del Dottore Francesco Greco e di tutta la sua equipe del reparto di cardiologia, e di tutti i medici del reparto di rianimazione.

Era il 15 ottobre, dell’anno corrente, quando mi recai presso l’ospedale per un semplice elettrocardiogramma, ed è da lì che inizia il mio calvario, perché sono stato sottoposto ad un delicatissimo intervento al cuore, a causa di un infarto. Sono stato in rianimazione per un mese intero, risvegliandomi esattamente il 15 novembre. Un mese interminabile, un mese su un letto di ospedale…

Mia moglie, che è stata sempre accanto a me, con grande forza e coraggio, ma soprattutto con immenso amore, è riuscita a trovare le giuste parole per raccontarmi nei minimi dettagli tutto ciò che era successo nell’arco del mese. Ero incredulo nell’ascoltare, sembrava stesse parlando di qualcun altro, ero emozionato e forse anche impaurito, perché avevo perso il senso del tempo, senza neanche rendermene conto. Oggi se sono ancora vivo, è solo grazie ai BRAVI MEDICI che mi hanno salvato la vita, sì, la vita, la cosa più preziosa che abbiamo…

Quei medici esperti e competenti, che con una pacca fraterna sulla spalla mi hanno sempre rassicurato e hanno sempre dimostrato disponibilità nel fornire spiegazioni ai miei familiari, circa il mio stato di salute, rendendo la mia disavventura, non ancora conclusa del tutto, meno amara.

A tutti coloro che hanno partecipato all’intervento e a coloro che indirettamente collaborano per alleviare le sofferenze di noi ammalati, vorrei esprimere la mia gratitudine, per avermi accompagnato per mano alla fine di un tunnel, che sembrava senza via d’uscita…

Questa è la buona sanità che dobbiamo valorizzare.

Pasquale Quattromano