Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice:
“Vorrei rendere pubblico uno spiacevole episodio.
Sono stata per due giorni al telefono per cercare di prenotare una visita in pediatria, perché il mio bimbo di 4 anni è affetto da un forte broncospasmo recidivo.
La cosa più sconcertante è stato il rimbalzo di palla tra personale Cup e caposala.
La caposala, sosteneva che c’era un posto disponibile per il giorno 24 febbraio alle h 11 ma la prenotazione non poteva farla lei bensì il Cup, il quale invece, affermava il contrario, vale a dire mi dava disponibilità per il giorno 30 giugno.
Stiamo parlando di un bimbo innanzitutto. Inoltre, quando parliamo di broncospasmo, parliamo di tosse asmatica che ti soffoca.
Con ben due impegnative, una con prescrizione di 10 giorni e l’altra generica, non sono riuscita ad ottenere una visita in ospedale.
Mi sono dovuta recare da uno specialista privato.
Questo dimostra l’ennesimo fallimento di una sanità che viola il diritto alla salute.
E se io non avessi avuto la possibilità economica di fare una visita a pagamento?
Mio figlio doveva aspettare il 30 giugno?
La cosa ancora più brutta, è che non ho trovato più la reperibilità della caposala.
Dalle 11.30 di ieri alle 14 mi è stato negato di poter parlare con lei, trovando varie scuse.
Magari il posto che vedeva la caposala era impegnato per qualcuno di potere?
Non funziona così.
Soprattutto se si parla di bambini.”
Elvira G.