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Lettere 2.0: “Costretta a portare mio figlio autistico a casa con le feci nei pantaloni”

Riceviamo lo sfogo della nostra lettrice:

 

“Buongiorno, sono la mamma di un bimbo autistico di 10 anni, che frequenta un istituto a Taverna di Montalto Uffugo. Volevo porgere alla vostra attenzione un episodio VERGOGNOSO venutosi a creare ieri mattina.

Sono stata contattata per andare a prendere prima mio figlio in quanto non essendo riuscito a controllare i propri bisogni si è sporcato e necessitava di essere cambiato.

Da premettere che nella scuola è presente la figura di assistente alla persona che dovrebbe occuparsi di queste situazioni, e che si è proposta di cambiare il bimbo, (poiché io metto sempre nello zaino tutto l’occorrente per cambiarlo), ma il Dirigente non glielo ha permesso.

Quindi nel frattempo che io sono arrivata e che ho cercato in tutti i modi di avere il permesso di poter portare mio figlio a casa pulito, cosa che penso non si debba neanche chiedere ma è un diritto e dignità del bambino tornare a casa pulito, il bambino è stato per tutto questo tempo sporco, ed io nonostante abbia cercato da mamma di fare ragionare il Dirigente, chiedendo più volte di andare in bagno e cambiarlo, ho avuto come risposta che loro come scuola non hanno un luogo dove poter cambiare i bambini qualora si dovessero presentare queste situazioni, e che quindi il bambino dovevo riportarlo in quelle condizioni a casa.

Io penso che questo oltre a fare emergere la disumanità, è un episodio gravissimo che non può passare inosservato. Si parla tanto dei diritti dei bambini, di inclusione sociale, di manifestazioni sull’autismo, ma a parole siamo tutti bravi, è con i fatti che ci perdiamo.

Io chiedo se si può fare qualcosa affinché non si ripeta più per nessuno un episodio del genere, a qualsiasi bimbo può succedere, sia che abbia problemi o no, e tornare in macchina e sedersi sulle proprie feci penso che sia un esperienza che sia a livello igienico che psicologico non debba essere sperimentata.

Ringrazio per il tempo dedicatomi e porgo Distinti Saluti.”

Pisani Barbara

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