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Lettere 2.0: “ Con dolore partorirai…” E a volte ne morirai.”

Riceviamo questa lettera da parte del Centro Lanzino in merito alla vicenda di quanto accaduto all’ospedale di Cetraro.

 

“ con dolore partorirai..” E a volte ne morirai.
Morire di parto, in una calda estate, quando morire sembra l’unica cosa impossibile e la vita che ti batte dentro l’unica gioia realizzabile; perché di donne morte di parto, ne abbiamo sentito parlare come di un qualcosa che accadeva, in quel tempo indefinito che racchiudiamo nella locuzione “ una volta” , ma che oggi ormai è difficile possa avvenire. E invece nel 2019, in un ospedale calabrese , una giovane madre muore dopo aver messo al mondo sui figlio. Muore per un’emorragia, perché, pare, in quell’ospedale non ci fossero sacche di sangue sufficienti per una trasfusione; muore per una complicanza che può seguire al parto, una di quelle cose, non frequenti, ma possibili, per le quali un ospedale dovrebbe essere attrezzato e invece no, la sanità calabrese è al collasso e il parto è un evento così naturale che forse su di esso si può risparmiare. E allora ecco che ci viene spontaneo pensare che questa non è una vicenda di malasanità soltanto, in essa c’è molto di più. C’è la superficialità con cui viene considerato il parto e con esso le donne e ci rimanda ad un argomento poco conosciuto, perché spesso taciuto: la violenza ostetrica. Molte donne subiscono traumi, dovuti al trattamento non solo fisico, ma anche psicologico al quale vengono sottoposte durante la fase del parto e di cui non parlano perché ancora oggi è difficile comprendere il confine tra ciò che è normale e ciò che non lo è, in quell’atto che consacra alla bellezza della maternità, così naturale da non aver bisogno di nessuna particolare attenzione, così ordinario da poterci risparmiare sopra. E morirne.
Sulla pelle delle donne passa assurdamente anche il piano di rientro della nostra sanità. Ed è ingiusto, inaccettabile, insopportabile. Ci stringiamo al dolore della famiglia della giovane Tina, a lei che non c’è più, a ciò che di più bello di lei resta, i suoi figli, il nostro abbraccio più sincero.”

Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino” – Cosenza