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Lettere 2.0: “Akim, accoltellato in Sila, è morto… e con lui una parte di noi”

Riceviamo questo racconto dalla nostra lettrice Lia, in merito al triste fatto accaduto a Camigliatello Silano…

 

 

 

“Era un normale martedì 29 settembre ore 18:00 circa, ero in macchina stavo tornando a casa appena uscita dal lavoro, una giornata lunga stressante.

Tutto scorreva nella normale routine.

Il telefonino squilla, sbircio il display era mia figlia, metto il viva voce rispondo.

Era disperata, piangente, il mio cuore fa un sobbalzo mi chiede: «Mamma, chiama subito il nostro veterinario, stiamo venendo in città, Akim è stato accoltellato, non sappiamo quanto sia grave, avvisa il nostro veterinario.».

Mi attivo.

Chiamo il veterinario, avviso della situazione ma non pensavo fosse così grave.

Attendo mia figlia dinanzi la clinica veterinaria.

Arrivano. 

Il cane è quasi privo di sensi, la testa penzoloni, a fatica lo abbiamo trasportato nella saletta dove poteva essere soccorso.

La vista di tutto quel sangue mi fa tremare le gambe, il cuore vibra, piango disperata e prego prego tanto.

Spero non sia così grave come il mio cuore immagina e sente quasi una premonizione.

È ancora dinanzi ai miei occhi la scena il sangue, un fiume di sangue, la vista di quel sangue fa uno strano effetto, rifletto, prego e penso: amo gli animali, nella nostra famiglia ne sono passati di ogni razza, ho quattro cagnolini, alcuni già anziani altri sono cuccioli.

Akim era il nuovo arrivato nella nostra grande famiglia, un cagnolone così dolce così tenero, con uno sguardo particolarmente espressivo, come a dire, è vero sono grande ma non sono pericoloso.

E’ difficile spiegare cosa si prova vedere il tuo cagnolone morente su un lettino mentre fino a qualche ora prima ti scodinzolava intorno.

Solo chi vive una situazione del genere può immaginare, quando ti arriva a casa un cucciolo, lo curi con amore, lo vedi crescere, giocare, è la tua compagnia, la tua consolazione, la tua ombra, ti avverte se qualcuno si avvicina alla tua abitazione.

Oggi, attaccare il padrone, additandogli la sconsideratezza di non usare il guinzaglio (cosa assolutamente non vera se non in casi eccezionali) è da vili.

Ho conosciuto persone che erano terrorizzate dai cani e che quando venivano a casa mia mi chiedevano di chiuderli, bene, oggi quelle persone fanno volontariato e amano veramente i cani e credo proprio che non sarebbero ricorse mai e poi mai ad un pugnale per futili motivi.

Ancora non me ne capacito.

Ancora ho dinanzi ai miei occhi quel cagnolone morente, il suo sangue versato per cosa?

Riecheggiano ancora le parole tra le lacrime: «Mamma Akim è in coma ha avuto un arresto cardiaco vi prego pregate pregate.».

«Mamma, Francesco è disperato, stiamo perdendo Akim, un altro arresto cardiaco vi prego pregate.»

«Mamma, Akim è morto …e con lui una parte di noi.»”

Lia

 

L’articolo, in riferimento a quanto accaduto, lo potete leggere qui: Calabrianews24.com