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Lettere 2.0: “Aggredita da due signori perché il mio cane ha fatto pipì nelle aiuole”

Riceviamo la segnalazione di una nostra lettrice:

 

 

 

“Faccio una premessa necessaria: sono educatrice cinofila e offro anche un servizio di dogsitting a molti dei miei clienti.

I cani che escono con me non urinano di fronte a porte o simili e raccolgo le deiezioni sempre nel massimo della civiltà.

Questa mattina, ero con un cagnolino di una signora che abita su via Nicola Serra e mi stavo avviando verso il parchetto di fronte al Phoenix.

Il cane aveva già fatto i bisogni tant’è che avevo la bustina in mano.

Alla fine di corso Luigi Fera il cane fa pipì ad una aiuola sul marciapiede (di fronte non c’era niente, quindi suolo pubblico).

Questi due “signori” che sostano di fronte ad un portone qualche metro più avanti, mi fermano dicendo che quella pianta la avevano piantata loro, io mi sono guardata intorno e ho detto: «Scusatemi ma questo è suolo pubblico, di quale pianta parlate?»

Uno dei due ha indicato questa “pianta” e io ho detto: «Si ma scusate, è laggiù ed è sul marciapiede pubblico, io raccolgo sempre deiezioni ma per due gocce di pipì sul marciapiede mi state facendo storie?»

E ho indicato la bustina che avevo in mano, tutto questo l’ho detto sorridendo in tono normale ed educato.

A quel punto, uno dei due ha cominciato a dirmi che sono una maleducata e di andarmene a fan*ulo altrimenti avrebbe ammazzato a me e al cane.

Mi sono immediatamente allontanata, ma il signore ha continuato a seguirmi per qualche metro insultando in cosentino e dicendo cose tipo: “Ti piglia cavuc i a ti e aru cani”, l’altro signore invece è rimasto indietro.

Così ho preso il telefono e ho intimato di chiamare la polizia, lui mi ha detto di chiamare strillando ed è venuto ad un centimetro da me praticamente per picchiarmi.

A quel punto sono corsa via, all’angolo ho anche incontrato una signora a cui sconvolta ho brevemente raccontato ed è andata a vedere ma poi non so cosa sia successo dopo.

Più tardi andrò a raccontare quello che mi è accaduto alle autorità.”

 

Lettera firmata