Riceviamo le parole di un padre preoccupato:
“Buongiorno, mi rivolgo a voi per cercare di smuove qualcosa, visto che mi ritrovo purtroppo con tutte le porte sbarrate. Vi spiego la nostra situazione: Mio figlio è un ‘bambino speciale’ di 8 anni, con disabilità motorie (che per fortuna grazie ad un lungo percorso migliorano di anno in anno) frequenta la terza elementare di una scuola elementare del centro cittadino di Cosenza.
Da quando era all’asilo è sempre stato seguito da una sua maestra dedicata che è stata fondamentale per il suo percorso, accompagnandolo anche nei primi due anni di scuola. Una persona meravigliosa alla quale si è affezionato, che lo riesce ad integrare alla perfezione e che per noi ormai è diventata parte della nostra famiglia.
Lei è stata capace di aiutarlo in tutto, non facendogli minimamente avvertire di essere un bambino diverso dagli altri. Preciso che il nostro piccolo eroe non ha alcun disturbo cognitivo. Solo difficoltà motorie che negli anni lo hanno costretto a diverse operazioni, permettendogli comunque un passaggio importante dal carrellino alle stampelline, e che speriamo di poter migliorare ancora.
Il problema si è presentato quest’anno, nel quale ci siamo ritrovati con una maestra nuova, contro la quale non abbiamo assolutamente nulla, ma che purtroppo non riesce ad aiutare nostro figlio come questo avrebbe bisogno. Lui era abituato a svolgere anche l’ora di svago fisico all’aperto insieme ai compagni, senza privarsi di nulla.
Era in pratica il primo a salire sui giochini… e l’ultimo a scendere. Integrandosi perfettamente anche dove la sua difficoltà dovrebbe in realtà rallentarlo. La maestra sapeva come prenderlo e non si fermava davanti a nulla. Per lui una conquista enorme.
Oggi purtroppo passa questo tempo seduto su una panchina a giocare con i rametti, perchè non può essere aiutato adeguatamente. Questo con immenso impatto anche sulla sua psiche. Il bambino non vuole più andare a scuola, è seduto in casa e si rifiuta… e la notte nel sonno chiama la sua maestra. Dice che non torna tra i banchi se non la trova…
Abbiamo parlato più volte con il Dirigente scolastico di questo problema, ma lui dice di non poterci aiutare. Addirittura nell’ultimo colloqui questo ci ha consigliato di cambiare istituto se non ci stava bene questa situazione. Abbiamo anche chiesto di provare con una terza (a malincuore), ma non ci viene concesso. E’ evidente che la persona che lo cura adesso non riesce a supportarlo e che questo sta creando delle grosse difficoltà a nostro figlio, ma non riusciamo ad ottenere ascolto.
Siamo disperati. Speriamo tanto che tramite voi il nostro sfogo possa arrivare sulla scrivania di chi può prendere a cuore questa situazione. Ne va della salute, fisica e mentale, di nostro figlio.
Grazie mille“
Giovanni Ciardullo