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Lettera di una futura infermiera: “Grazie per avermi fatto capire ciò che voglio diventare da grande”

Riceviamo le parole di una nostra lettrice che ha svolto la sua formazione presso l’Annunziata di Cosenza:

La lettera della studentessa di infermieristica, mia futura collega, di qualche giorno fa (lettera QUI) in cui parla del suo tirocinio nel reparto di rianimazione, mi ha fatto pensare molto. Anche io, così come lei, nel mio piccolo mi sento fortunata.

Quando la parola “sanità” viene associata alla parola “Cosenza” tutti quanti sono ormai abituati a storcere il naso reduci dalle continue lamentele e dai continui racconti aberranti che si sentono in giro e, nel momento in cui un problema di salute incombe nelle vite di qualcuno, ci si rivolge altrove.

Non possiamo sicuramente negare che la sanità calabrese si trova in un momento tutt’altro che confortante e che non riesce, sia per mancanza di mezzi che di personale, a sopperire alle esigenze di ogni cittadino che si trova in uno stato di salute precario.

Essendo una studentessa di infermieristica, all’inizio del mio percorso di studi che prevede per tutti e tre gli anni il tirocinio formativo, mi sentivo scoraggiata e impaurita, non sapendo in che tipo di situazione mi sarei potuta trovare.

Vi posso dire però, che quelle fantomatiche eccellenze, di cui tanto si parla, esistono anche nel nostro ospedale. Il reparto di Urologia di Cosenza è una di queste. Sebbene io non abbia vissuto la mia esperienza in questo reparto come paziente, vi assicuro che, a dispetto di tanti luoghi comuni, anche la nostra martoriata regione può vantare validi professionisti in grado di garantire il diritto alle cure e alla salute.

Per chi sceglie di fare un lavoro del genere dovrebbe essere una cosa scontata il prestare assistenza nel migliore dei modi, ma credetemi che in determinati momenti diventa davvero difficile poter lavorare come si deve, viste le innumerevoli difficoltà che il nostro sistema al collasso pone davanti al personale sanitario.

Mi sento quindi di ringraziare con tutto il cuore i medici, la coordinatrice infermieristica, gli infermieri e gli oss di questo reparto, non solo per tutto quello che mi hanno insegnato in 6 mesi (e fidatevi che ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa sia dal punto di vista pratico che umano), ma per tutto quello che fanno ogni giorno per i pazienti nonostante le mille difficoltà che gli si presentano davanti.

Sono uno spiraglio di luce, sono la prova che qualcosa di buono, nella nostra Calabria, ancora c’è. Sono fonte di speranza non solo per i pazienti, ma anche per tutti quei giovani come me pieni di voglia di imparare. Questo per dirvi che quando si parla di sanità calabrese non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma che esistono queste piccole realtà che fanno la differenza.

Grazie non solo per avermi dato un’idea di ciò che voglio diventare in futuro, ma per essere uno spiraglio di luce per tutti coloro che si affidano a voi.

(Lettera firmata)