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Lettera a Conte, Salvini, Di Maio…: “Per pietà lasciateci in pace, lasciateci crepare in una dignitosa solitudine”

Riceviamo dal nostro lettore Vincenzo…queste parole rivolte ai politici italiani:

 

 

Egregi Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti, Giorgia Meloni, Matteo Salvini…

chi vi scrive è un quarantenne qualsiasi, nato e cresciuto in Calabria e che, amando alla follia la propria terra, probabilmente vi morirà.

Non vi tedierò con discorsi moralisti o conditi da noiose e continue recriminazioni. Lo facciamo da anni in Calabria e non è mai cambiato nulla.

Vi scrivo, maggioranza ed opposizione, non per invocare ospedali decenti, personale preparato, burocrazia efficiente. Sarebbe un passo già troppo grande per noi e date le cronache calabresi degli ultimi 30 anni, perfettamente inutile, quasi utopico.

Vi scrivo, dicevo, per chiedere esclusivamente ed unicamente “pietà”. Non fate più nulla, non mandateci più supercommissari, supergovernatori, o altri superusceri vari.

Non annunciate più “piani speciali” per questa regione, non evocate “sensibilità delle istituzioni”, non sbandierate “nuove politiche”.

Semplicemente non vi credo cosi come non credo più alla barzelletta raccontataci fino ad oggi che ci vede come cittadini con “pari dignità” di un lombardo o di un veneto.

Non vi credo perchè negli anni abbiamo visto i vostri candidati, i vostri “uomini scelti”, i vostri “illuminati governatori” succedersi uno dietro l’altro lasciando dietro di se sempre più distruzione e sempre più macerie.

Non vi credo perchè persino dinanzi alla più clamorosa brutta figura degli ultimi 50 anni di repubblica italiana non avete perso 1 solo secondo in più a cercare finalmente una persona capace di ridestare un minimo di speranze in questa “colonia”.

Eppure vi sarebbe bastata una rapida ricerca su google per capire da voi che non era la persona adatta a dare nuova speranza ai cittadini così come anche un bambino capirebbe che un generale in pensione non è adatto a sanare un sistema totalmente marcio nella sua essenza.

Per l’ennesima volta vi siete limitati a promuovere l’ennesimo burocrate per tacitare nell’immediato l’opinione pubblica nazionale e dare un contentino a noi “menti semplici” calabresi.

Abbiamo capito, noi calabresi, di non rappresentare l’ideale dell’italiano medio ma continuiamo perspicacemente a non capire perchè voi, governo e opposizione, vi divertiate ad accanirvi nei nostri confronti al pari di un bimbo che brucia le formiche con la lente d’ingrandimento.

Lo sappiamo bene che non avremo mai infrastrutture decenti, servizi efficienti o tutela civica da parte dello stato. Ne siamo pienamente consapevoli giacchè in più di 30 anni, e 5 governatori, siamo ancora la “Calabria Saudita” buona come serbatoio di voti a buon mercato.

Siamo edotti sul fatto che siamo destinati, ancora nel 2020, a sottostare alle spietate leggi della ndrangheta giacchè, da queste parti, è tuttora il vero ed effettivo potere. E sappiamo anche, dato le vostre scelte di partito, che è volutamente cosi altrimenti non si spiegherebbe come in Calabria vengano sempre ed esclusivamente scelti candidati con più ombre che luci.

Non abbiamo più nessuna speranza essendoci ormai conformati al più spietato cinismo dettato dalla disperazione nei confronti di uno Stato che fa meno danni quando è “assente”.

Per pietà lasciateci in pace, fate finta di non vederci, lasciateci crepare in una dignitosa solitudine perchè vi è più dignità a morire da soli, con i propri sbagli, anzichè morire con un medico al fianco che sussurra parole dolci mentre infonde nel corpo morente altro veleno.

Non ho speranze che questa mia vi arrivi né che vi colpisca il cuore giacchè ormai penso lo abbiate foderato di folto pelo che vi rende sordi a qualsiasi grido d’aiuto.

Non ho speranze perchè non provengo da una famiglia “politica”, non dispongo di patrimoni e non influenzo le masse.

Sono solo un povero Calabrese che vuole vivere in pace e morire con dignità senza essere ulteriormente preso in giro, denigrato ed umiliato per il solo fatto di essere nato in Calabria e non in Veneto.”

Con estrema sincerità,
Vincenzo Leone