Riceviamo il racconto della nostra lettrice:
“Buonasera, questa mia lettera è per raccontare una triste vicenda che è accaduta alla mia famiglia, analoga a quella decritta nella lettera della lettrice Gabriella da Voi pubblicata in data 21 febbraio sul vostro sito (articolo QUI).
Con grande sforzo cercherò di riportare i fatti così come avvenuti:
Pomeriggio del 30 gennaio 2022: mia madre, Caterina di 86 anni appena compiuti, avverte un malore che si manifesta con conati di vomito che non sembrano attenuarsi nonostante la puntura di Plasil praticata dai medici di guardia in servizio quel pomeriggio.
La sera mia madre accusa dolore al petto e al braccio sinistro, temendo un infarto in atto, chiamiamo il 118. Dopo pochi minuti arriva l’autoambulanza non medicalizzata e gli operatori del 118 in accordo con noi trasportano mia madre al PS dell’Annunziata di Cosenza. Poiché mia madre è invalida al 100% chiedo agli infermieri che prestano servizio al triage del PS di poterla raggiungere, ma vengo informata da quest’ultimi che mia madre è affetta da Covid 19, con “una bella carica virale”.
Lunedì mattina, 31 gennaio 2022: veniamo informati dal medico del PS che le condizioni di mia madre sono stazionarie e buone e che non possono accertarsi dell’interessamento polmonare della malattia perché le TAC sono rotte…!!!
Martedì mattina, 01 febbraio 2022: mi reco al PS dell’Annunziata per consegnare farmaci e piano terapeutico seguito da mia madre per le patologie di angina e ipertensione di cui soffre da anni. Mi viene riportato da infermieri che le condizioni di mia madre sono stazionarie e non gravi.
Mercoledì mattina, 02 febbraio 2022: mi reco al PS e riesco a parlare con il medico in turno. Mi accerto che i farmaci e il piano terapeutico forniti il giorno prima vengano recuperati dal medico il quale mi riferisce che le condizioni di mia madre sono sempre stabili e buone; la TAC al torace ha dato evidenza del fatto che mia madre ha contratto polmonite da Covid con interessamento polmonare inferiore al 25%.
Incominciano ad arrivare bollettini sullo stato di salute di mia madre sul cellulare di mio fratello. Nei bollettini che riportano la terapia praticata non vi è traccia dei farmaci forniti per la cura delle patologie preesistenti.
Giovedì mattina, 03 febbraio 2022: mi reco al PS dell’Annunziata di Cosenza per incaricare qualche OSS di ricaricare il cellulare di mia madre che risulta spento dal giorno prima. Da questo momento in poi si interrompe la comunicazione con mia madre, il cellulare non verrà più recuperato.
Venerdì mattina 04 e sabato 05 febbraio 2022: mi reco al PS dell’Annunziata di Cosenza per incaricare qualche OSS di ricaricare il cellulare di mia madre che risulta ancora spento.
Domenica mattina, 06 Febbraio 2022: mi reco al PS dell’Annunziata di Cosenza e vengo cacciata da una guardia giurata.
Lunedi mattina, 07 Febbraio 2022 mi reco al PS dell’Annunziata di Cosenza per avere dettagli e chiarimenti sulle condizioni di mia madre che sembrano allarmanti per come viene riportato sul bollettino. Mi viene riferito da un OSS che i medici sono impegnati e non possono ricevermi. Il bollettino della sera dice che mia madre sarà trasferita il giorno dopo al reparto Covid dell’ospedale di Cetraro.
Martedì mattina, 08 Febbraio 2022: ci comunicano ufficialmente che a mezzogiorno mia madre sarà trasferita all’ospedale di Cetraro. Alle ore 21:00 mia madre si trova ancora in PS e da bollettino è dimessa con codice rosso dal PS dell’Annunziata di Cosenza per essere ricoverata all’Ospedale di Cetraro.
Mercoledi, 09 Febbraio 2022 ore 03:00: mia madre muore al PS dell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza…
Tanti gli interrogativi, legge di natura vuole che un figlio sopravviva ad un genitore, ma perdere la propria madre in questo modo è disumano. A due anni dallo scoppio della pandemia è inspiegabile come il modus operandi del PS dell’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza sia questo …
I nostri anziani, che hanno ricostruito il nostro paese dopo aver vissuto gli orrori della guerra, sono stati abbandonati e poi smaltiti come una busta di latte scaduto. Non mi rimane che il rimorso, nel tentativo di salvare la vita a mia madre, di aver chiamato e consegnato mia madre al 118 e al PS.
Tutta la mia solidarietà alle vittime della malasanità che in questo periodo sta dando il meglio di sé.“
(R.B.)