La commovente storia di Roberto di Belvedere (CS), nel libro di Carmelo Abbate
I nostri lettori ci segnalano dalla pagina ufficiale di Carmelo Abbate… la drammatica ma commovente storia di Roberto:
“Lui è Roberto. Vive a Belvedere Marittimo, in Calabria. È il 29 novembre del 2008. Ha 40 anni. Roberto accompagna la figlia a ginnastica. Torna a casa. Citofona. La moglie Maria apre. Sente un tonfo. Corre sul balcone. Guarda sotto. C’è un’auto distrutta. È andata a sbattere contro qualcosa. Maria cerca il marito. Non lo trova, forse è già salito. Sotto la macchina c’è qualcosa, qualcuno. No, non può essere.
È Roberto, il suo Roberto. È stato investito. Arrivano i soccorsi. Lo portano in ospedale. Roberto è in coma profondo. I medici allargano le braccia. Passano 28 giorni. Roberto apre gli occhi. Il risveglio è doloroso. Poco alla volta muove un dito, un braccio. Ogni gesto è una sofferenza. Maria si asciuga le lacrime. Suo marito è vivo, c’è speranza. Vanno avanti. Roberto muove la bocca, balbetta il suo nome. Maria è sempre al suo fianco. Roberto non cammina, non parla, non alza le mani, la sua memoria è compromessa. La sentenza è durissima. Tetraparesi spastica. Per Maria é una botta. Il suo Roberto non tornerà mai più come prima.
È il 2010. Roberto fa riabilitazione a Roma. Lui e la moglie vivono in una struttura riservata alle famiglie. Si amano. Maria resta incinta. Non riesce a crederci, ha paura, ma Roberto si illumina. Allunga le mani come può, le accarezza la pancia, muove la bocca per parlare con il bambino. E sia. È il 25 marzo del 2011.
Nasce Corrado. Un raggio di luce anche per i fratelli Luca e Roberta, che gli fanno da padrino e madrina al battesimo. Corrado cresce, pronuncia le prima sillabe. Roberto lo imita. Muove le labbra, articola dei suoni. Corrado fa i primi passi. Roberto alza un piede, poi l’altro, gli va dietro. Corrado prende il cucchiaio e mangia da solo. Roberto apre la mano, impugna le posate. Imparano a mangiare insieme, a camminare insieme, a fare tutto insieme.
Corrado ha 8 anni. È il braccio destro del suo papà. Le giornate sono faticose e dolorose, tra interventi chirurgici, riabilitazione e crolli. Maria guarda avanti. Tanta sofferenza, ma tanta voglia di stare al mondo.“
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