Nel giorno 2 di Giugno, festa della Repubblica Italiana, il Portavoce del Movimento NOI Giovani – Calabria, Tommaso Vetere, scrive una lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Draghi
“«Illustrissimo Presidente Mario Draghi, NOI, siamo un collettivo di giovani che vuole mandare un messaggio molto semplice agli altri giovani: “tocca a noi riprendere il nostro posto nella storia” e poiché ne siamo convinti e capaci, la invitiamo a venire in Calabria.
NOI Giovani non speriamo che l’impossibile accada, ma certamente speriamo che il possibile si realizzi. Non vogliamo che i giovani di questa terra cambino paese, ma vogliamo che i giovani cambino il paese. Cambiare è difficile, certo, ma non cambiare in questi casi è fatale.
Siamo giovani che hanno studiato e siamo stanchi di sentirci umiliati e presi in giro. Da giovani, siamo coscienti che questo è solo uno tra i tanti mondi possibili. Nelle aule universitarie siamo stati formati per avere una particolare visione della realtà: ecco che ve la restituiamo.
Molti di noi hanno studiato giurisprudenza così come scienze politiche, sociologia o antropologia. Siamo a conoscenza di ricerche riguardanti i fenomeni di corruzione e patronage politico presenti in Calabria.
Sembra che la prassi comune in Calabria per fare politica si chiami clientelismo.
Da giovane studi queste cose, vedi la tua famiglia impoverirsi e soffrire in una terra avvolta da questo male amministrativo e allora, ti chiedi come mai Dio in una terra così bella abbia permesso si generasse tanta povertà.
Ma NOI Giovani cosa possiamo fare se non migrare? È strano! Siamo più di centomila giovani, un esercito praticamente, e ci lasciamo sconfiggere da questi proci? Ma non abbiamo letto l’Odissea? Non dovremmo conoscere le scelte che hanno guidato Omero, come Achille? Abbiamo già tessuto per troppo tempo la nostra tela osservando agire, senza reagire, a questi proci.
Quando un giovane, mirando lontano, tenderà nuovamente la corda dell’arco, come apparve Omero innanzi i proci, così donna Brettia ritornerà nella storia.
Siamo giovani, vero, ma ben coscienti dei problemi macro-economici rilevanti della nostra regione.
Non abbiamo un lavoro e restiamo profondamente delusi e amareggiati quando ci rendiamo conto che nella nostra regione o all’interno delle singole municipalità occupano cariche chiave per il benessere pubblico persone che ignorano i loro compiti o il loro lavoro. Da trent’anni mancano politiche giovanili in Calabria.
La Calabria si sta svuotando dei suoi giovani e si sta impoverendo sempre di più. Quali i segnali di ripresa? Nessuno dal Governo. Nessuno in TV parla della Calabria.
Possibile il destino di più di 160.000 giovani è lasciato così?
Allora, chiedo ai i 160.000 giovani calabresi, uniti a quelli della Sicilia, della Campania, di marciare verso Roma e di unirsi a NOI in un vero, grande Movimento civico Giovanile.
Siamo giovani che hanno studiato la propria Costituzione caro presidente Mario Draghi. Siamo giovani che conoscono il significato, nella nostra lingua, dell’espressione “diritti inalienabili”, poiché la nostra Repubblica è Sovrana.
Nel ricordo dei campi ove morirono cent’anni fa i nostri nonni NOI Giovani ci stiamo rinterrogando nuovamente sull’economia come sul destino del nostro paese.
Il Sud Italia, donde nacque il nome Italia, dove anche poi il Rinascimento divampò, è ancora Italia.
Nella sua profonda e storica, quanto potente, bellezza, il Sud ancora chiede di contribuire pienamente alla storia economica e sociale di questo paese, ma non come zavorra, caro Presidente.
Non come una regione che riceve meno finanziamenti delle altre.
Non come una regione che deve indebitarsi per finanziarsi. Non come una regione abbandonata nelle mani di persone che aumentano i debiti dei calabresi.
Se siete con NOI caro presidente Draghi, per guardare ad un’Italia nuova, ecologica, aperta alle nuove economie, alla promozione della pace dei popoli, della cultura e dell’arte nel mondo, NOI Giovani siamo pronti a sudare per la nostra patria. Ma se continuate a chiederci di migrare, di andarcene, di abbandonare la terra che amiamo per lavorare per altri paesi, di assistere impassibili a quanto sta accadendo allora, VOI, sarete responsabili del degrado di questa terra, la Calabria, mangiata dalla corruzione e dai buchi nella sanità e gestita dalla mafia e dalla mala politica ormai da troppi anni.»”
Fonte: Noimagazine.it