Il mondo ha conosciuto, nel giro di pochi anni, due crisi inaspettata: la prima legata alla pandemia, un dramma sanitario che non si vedeva dall’epidemia di influenza spagnola. La seconda, la guerra tra Russia e Ucraina che ha riportato un conflitto in Europa a più di settant’anni dall’ultimo. Due crisi differenti che hanno trovato una convergenza nella crisi economica mondiale, in particolare quella europea, che ha portato sull’orlo del baratro le nazioni. Che hanno reagito con una serie di misure – spesso straordinarie – per far fronte all’emergenza.
L’Italia, nel caso specifico, ha dovuto fare i conti con una serie di difficoltà strutturali. Ma ha tirato fuori il coniglio dal cilindro con una serie di misure straordinarie contro le emergenze, attingendo dal settore commerciale, inaugurando allo stesso tempo una tendenza poi seguita da altre nazioni: il sistema dei bonus.
La politica dei bonus ha dato i suoi frutti: bonus sono stati erogati per le terme e per le vacanze, per i mobili, per le bollette e le derrate alimentari fino al più importante e discusso bonus edilizio. Un sistema che è stato via via ridotto ma che ha dato, in tre anni, i suoi risultati.
Il sistema dei bonus, si diceva, è tratto dal settore commerciale. In particolare dal mondo del gioco pubblico, che ha fatto da apripista anche per altri settori. Ovviamente a ragion veduta: i bonus sono validi se rappresentano attrazione per gli utenti. Nel caso del settore gioco i risultati sono stati evidenti.
A ben guardare il funzionamento del Superbonus 110% è stato del tutto simile a quelli erogati dal settore gioco: l’incentivo prevede la possibilità di effettuare interventi edilizi senza esborsi, con la possibilità di cedere il credito di imposta a terzi, oppure esercitando lo sconto in fattura o versando meno tasse e recuperando così in cinque anni un importo maggiore di quello speso. Un meccanismo a prima vista infallibile ma che ha avuto delle pecche, dato anche lo stand-by di migliaia di contribuenti che sono al momento fermi in attesa. Per il futuro si prevede una riduzione dell’aliquota, prima al 70% e poi al 65%. Una eventualità comunque criticata da molti nel mondo della politica italiana, poiché a sfavore dei meno agiati.
Aiuti simili ai bonus sono stati erogati per tutti, come il bonus bollette e il bonus carburante.
Il 2023 da questo punto di vista è cominciato col più alto scetticismo: il Governo in carica sta effettuando una serie di verifiche, per capire se e come mantenere la linea dei bonus, con i fondi in calo e il PIL in fase di rallentamento.
Ma la recente esperienza vissuta dimostra come i bonus – se usati con raziocinio – portino ai risultati sperati o quantomeno ad attutire i colpi di inflazione e crisi economica.