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Domenica ad Acquappesa la presentazione del libro dell’On. Pierino su Fausto Gullo

Sarà presentato il 20 agosto ad Acquappesa, alle ore 21:30, il libro dell’On. Giuseppe Pierino “Fausto Gullo – Un comunista nella storia d’Italia”

 

 

Il libro è stato così commentato da Vincenzo Rizzuto:

“A proposito del saggio su Fausto Gullo di Giuseppe Pierino.

Ancora fresco di stampa, ho appena finito di leggere il saggio di Giuseppe Pierino:
“Fausto Gullo un comunista nella storia d’Italia” con prefazione di Aldo Tortorella, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 2021; un corposo lavoro di scavo di oltre 280 pagine non solo sull’opera politica del personaggio, ma anche sulla storia d’Italia dall’avvento del fascismo alla nascita dello Stato repubblicano, analizzato lungo il suo faticoso cammino tra le varie peripezie che attraversò per costituirsi.

Il lavoro di Pierino, percorrendo così tutto il percorso politico e umano di Gullo con un’analisi capillare, larga e puntigliosa, sostenuta sempre da rimandi documentali, riportati in copiose note che spesso occupano intere pagine, rende però il testo di non facile lettura ai non addetti ai lavori.

In cambio al lettore, armato di buona volontà, viene offerta una panoramica davvero completa e puntuale della grande statura del Gullo politico, del ‘Ministro dei contadini’, nonché dell’uomo nei suoi rapporti con il mondo degli umili, a cui rivolse sempre particolare attenzione con atteggiamento di grande rispetto; una caratteristica, questa, che faceva di lui un autentico ‘signore’, scevro di quel paternalismo che nei suoi tempi caratterizzava il costume di gran parte dei politici provenienti dalla piccola nobiltà di provincia, alla quale pure egli apparteneva.

Pierino mette in risalto queste qualità senza cadere nel manierismo adulatore di chi scrive per erigere monumenti di cartapesta. In questo lavoro Fausto Gullo viene raccontato nelle sue infinite lotte per l’emancipazione non solo della sua terra, della sua Calabria, del suo altopiano silano, per il quale nutrì sempre ancestrale amore, ma anche nell’opera indefessa che egli portò avanti nella complessa, difficile ricostruzione della nuova Italia repubblicana.

In quest’ultima battaglia la personalità di Gullo emerge in tutta la sua possanza, come statista, giurista raffinato e politico di prima grandezza, che si muove nelle piazze e nelle aule parlamentari con un carisma ed una competenza di primo piano; in questo ruolo si distingue e si impone a personalità come Togliatti, De Gasperi, Bonomi, Salvemini, Bordiga, Croce, per citarne solo alcuni.

E Pierino, in questo lavoro certosino, ricostruisce passo dopo passo la presenza esemplare e fattiva di Fausto Gullo in tutte le sue iniziative, portate avanti dentro e fuori le istituzioni; e lo fa con maestria e singolare rigore scientifico come nessun altra ricerca aveva fatto prima.

Gullo così, con larga documentazione storiografica, criticamente utilizzata e offerta di volta in volta al lettore, viene colto nelle coraggiose battaglie, spesso perse, fra cui quella a favore di una sola camera parlamentare e l’altra che smascherò l’ambiguità della DC nei confronti degli ambienti fascisti, che porterà avanti in un suo intervento del 23 luglio del ’44.

Nello stesso modo Pierino ci presenta il personaggio nella sua incisiva opera di denuncia degli ambigui rapporti di una parte della DC e della Chiesa con gli ambienti monarchici, a favore di questi ultimi nella decisiva battaglia referendaria che porterà alla scelta dell’assetto repubblicano.

Parimenti il saggio di Pierino offre al lettore, con grande forza evocativa, la figura di Gullo nei momenti in cui, come Ministro di Grazia e Giustizia, verrà lasciato solo, anche dal suo Partito, sia nello scontro con la Magistratura, che tende a stravolgere lo spirito dell’amnistia nei confronti dei maggiori responsabili del fascismo, che in altre occasioni, come quella della strage di Portella della Ginestra; di fronte a quella strage, Gullo, senza mezzi termini, nel dibattito parlamentare parlò del bandito Giuliano come emissario della politica di Truman, tendente a fare dell’isola terra di influenza americana con la complicità di una parte della DC e l’appoggio della mafia, scontrandosi duramente con Scelba, il quale, spudoratamente, sosteneva in Assemblea che “gli omicidi siciliani non possono essere considerati un atto politico, bensì un episodio isolato e circoscritto”.

In tutte queste battaglie Gullo, come viene fuori dalla raffinata ricostruzione di Pierino, spesso, troppo spesso è lasciato solo dal Partito, in una specie di limbo, dove la sua voce, pure adamantina e sorretta da serio spessore culturale e onestà intellettuale come pochi altri potevano vantare, si perdeva come in un deserto. Il silenzio cadde anche quando egli pose all’attenzione l’affollamento delle carceri, e tuonò contro un vergognoso furto di Stato: erano state rubate le matrici per la stampa della nuova moneta, in sostituzione della lira, per non turbare i grandi patrimoni.

L’isolamento intorno a lui si verificò anche quando sostenne la parità fra uomo e donna, il ripristino della giuria popolare in Assise, e quando manifestò la sua perplessità e scetticismo nella istituzione delle Regioni, che egli percepiva come un pericolo per l’unità dello Stato.

Pierino poi, analizzando l’acume e la capacità di Gullo in materia di teoria giuridica, ne mette in luce la portata come membro del Comitato di redazione (cosiddetto dei 18), che nell’Assemblea aveva il compito di predisporre, coordinare e stendere i testi della Carta Costituzionale.

In quella sede Gullo diede il meglio di se stesso precisando che la Corte Costituzionale deve giudicare non la ‘legittimità’ ma ‘l’illegittimità’ delle leggi votate dal Parlamento, perché solo così si sarebbe evitato il conflitto fra i due poteri, e si sarebbe assicurato il primato del potere legislativo; una escamotage raffinata, questa, che dimostrava ancora una volta tutta l’originalità del pensiero di Gullo come studioso e teorico del Diritto.

Su tale primato di Gullo, il medesimo Pierino opportunamente riporta un giudizio di Alessandro Natta, il quale ebbe modo di asserire che “Non c’è stato fatto politico che non lo abbia visto protagonista”. Con il medesimo giudizio, di grande considerazione per la statura del nostro personaggio, si esprime il senatore Francesco Spezzano nei suoi discorsi parlamentari, dove asserirà: “Ad ogni suo intervento tutti i settori, alla Camera e alla tribuna stampa, risultavano affollati come mai”.

In queste sintetiche note mi preme ricordare infine che bene ha fatto Pierino a stigmatizzare, sia pure con il sorriso in bocca come ex parlamentare del PCI, il vergognoso silenzio che il ‘grande Partito’ fece cadere sulla figura dell’uomo, dello studioso e del Politico di ‘Macchia’, in vita come dopo la scomparsa.

A questa ‘damnatio memoriae’ forse contribuì non poco la forte convinzione del politico calabrese secondo cui nessun avanzamento civile è possibile senza la reale partecipazione delle masse, precisando a tal proposito che il Partito da ‘strumentale’ non doveva diventare ‘fine a se stesso’, come stava purtroppo già avvenendo. Su tale problematica intervenne anche con un articolo, che inviò a ‘Rinascita’ per essere pubblicato, ma il ‘grande’ Amendola lo censurò e il pezzo non uscì; Gullo non ne fece un dramma, e con il suo solito equilibrio e saggezza tirò innanzi fino alla fine.

A conclusione di questa sintesi sulla pregevole opera di Pierino, mi piace concludere con un ricordo personale su Gullo: egli, chiudendo con il suo impegno politico nella sede della Federazione del partito di corso Mazzini a Cosenza, salutò la grande folla dicendo: “Cari compagni, Il socialismo è come un treno in corsa che non si ferma mai, anche se c’è sempre chi scende e chi sale”.

Un messaggio di speranza, questo, rivolto al futuro dell’Italia rinata dalla guerra e dalla Resistenza, a cui l’uomo, lo studioso e il politico Gullo aveva partecipato generosamente dando il meglio di se stesso.

Un grazie a Giuseppe Pierino per avere riportato all’attenzione soprattutto dei giovani una così importante figura, che ancora oggi può e deve essere esempio di libertà di pensiero e di azione nella difesa della democrazia e della civiltà.”