Sciopero di 24 ore dei lavorati della Ias Autolinee, l’Azienda cori-rossanese che si ostina a non dar luogo al rinnovo del contratto aziendale al quale sono legati importanti tematiche del lavoro accessorio, anche per la parte economica
“Ripetuti sono stati i nostri tentativi, tutti falliti, di raggiungere un’intesa che fosse di equilibrio per le parti, al fine di dotare i lavoratori, ma anche l’Impresa, di un valido strumento regolatorio in tema di disciplina aziendale delle fattispecie di servizio non regolate dal contratto nazionale di lavoro.
Ad oggi, però, altro non possiamo raccogliere se non la sostanziale chiusura della Ias Autolinee alla sottoscrizione del contratto aziendale.
Ciò ha comportato l’ennesima astensione dal lavoro, che nella giornata di domani sarà la quinta, non residuando ai lavoratori altra soluzione che quella della protesta.
Il tema è fortemente sentito dai tanti dipendenti che, ogni giorno, si impegnano con serietà e dedizione a rendere un servizio di trasporto pubblico che può dirsi di qualità soprattutto grazie all’apporto di mille attenzioni che in tal senso viene dai lavoratori.
Pare, però, che tale impegno non venga registrato in contrada Toscano Jole, sede dell’Azienda, dalla quale nessun atto concreto si registra all’indirizzo del dialogo e dell’ascolto dei legittimi bisogni dei propri lavoratori.
Tra le tante incertezze che orbitano intorno al futuro di ciascuno, vi è la certezza del nostro impegno a continuare a stare accanto a chi ha deciso di rivendicare regole certe e chiare sul lavoro accessorio e sulle altre tematiche che dovranno confluire nel contratto aziendale secondo quanto previsto dal CCNL.
I lavoratori di Ias Autolinee non si lasceranno distrarre dalle sirene di chi predica bene ma pone in essere iniziative lontane dai bisogni della classe operaia.
I dipendenti agiranno a tutela dei propri interessi legittimi iniziando dall’esercizio del sacrosanto diritto di sciopero; lo faranno nonostante le mille difficoltà derivanti da una disciplina normativa (quella sullo sciopero) che appare un labirinto nel quale districarsi e con la fermezza di chi vuole esercitare appieno il proprio diritto di dire «io non ci sto!».
Ai lavoratori che hanno riposto la fiducia in questo Sindacato, confermiamo la vicinanza incondizionata, facendo nostre le difficoltà che caratterizzano il vivere quotidiano di chi, come loro, fatica a far quadrare i bilanci familiari a causa di un costo della vita che ha assunto dimensioni spropositate.
La soluzione a una tale condizione di estremo disagio non può che passare da iniziative di buon senso che, per quanto ci riguarda, altri non può essere che il datore di lavoro a mettere in campo, quale tributo di riconoscenza verso chi ogni giorno si spende per l’Azienda.”
Faisa-Cisal Cosenza
Francesco Bruno