Riceviamo queste parole scritte da una lettrice per Giusy, una giovane 17enne di Montalto Uffugo scomparsa ieri all’improvviso
“Non ho ancora realizzato tutto quello che è successo. Di come un giorno qualunque si sia trasformato in un giorno da dimenticare. Non riesco ad esternare tutto ciò che ho dentro. Sarà che non sono mai stata brava ad esternare le mie emozioni ma te ne sei andata in silenzio e col sorriso lasciando questo vuoto inspiegabile che neppure il passare del tempo potrà colmare.
Ci siamo incontrate per caso, eppure per diversi anni mi hai permesso di crescere con te non solo professionalmente ma anche sentimentalmente. Sì. Mi hai insegnato a sorridere, ad apprezzare la vita con le sue mille sfaccettature. Mentre io ti insegnavo le cose più banali (che poi banali non erano) tu mi insegnavi il significato della pazienza e il rispetto del tempo.
Mi hai insegnato a fare le cose piano e con consapevolezza, mentre tu raggiungevi quelli che erano gli obiettivi quotidiani. Obiettivi in cui pochi credevano che potevano essere tuoi. Sei stata speciale. Speciale perché sapevi sorridere di gusto e ogni giorno per te era musica. Quante volte mi chiedevi di cantare “un amico che ci ama” o “il coccodrillo come fa” e ti divertivi anche solo guardando i video di bambini al parco giochi…
Tanti sono stati i dispetti che mi hai riservato. Che poi dispetti non erano. Era il tuo modo di manifestare le emozioni. Belle o brutte. Hai lasciato in ognuno di noi, che abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di incontrarti, dei dolcissimi ricordi. Ci hai insegnato che per essere felici bastava ricevere anche solo una caramella morbida. E non importava se era al latte o alla frutta. L’essenziale era riceverla.
Ricordo le parolacce che ogni tanto ti scappavano e che tanto ci hanno fatto ridere di gusto. E ricordo come nel tempo poi sei diventata anche vanitosa. Ti piacevano i capelli boccolosi, lo smalto sulle unghie. E tra le mille cose che avevamo in comune abbiamo condiviso anche l’amore per il cibo.
Stavi diventando una piccola donna e invece ora sarai l’eterna Peter Pan. In questo momento ti tocca però darci la forza per andare avanti. Darla soprattutto alla tua mamma che per te ha smosso mari e monti. Non ti ha mai lasciata sola. Era la tua spalla, la tua roccia. Insegnale il coraggio di affrontare la vita senza te. Aiutala a sopportare questo dolore inspiegabile.
E ogni tanto ricordati anche di noi e attraverso il vento vieni ad abbracciarci, perché abbiamo davvero bisogno di sentirti accanto. Tanto prima o poi ci rincontreremo e adesso che avrai già conosciuto quell'”amico che ci ama” canta a squarciagola in modo tale che a noi possa arrivare l’eco della tua voce.
Ciao dolce Giusy.“
(Anonima)