Riceviamo le parole di Adriana, una mamma cosentina che da 4 anni sta combattendo contro la depressione ed i disturbi alimentari della figlia 17enne, vittima di isolamento e giudizio a causa del suo malessere:
“Cari ragazzi,
questa vuole essere una lettera d’amore e di speranza per voi, gli artigiani che stanno plasmando il mondo di domani. La vita da adolescente è complicata, lo sapete bene, sempre in bilico tra voglia di scoprire nuove cose, paura di affrontarle, diventare la versione migliore di se stessi, avere paura del giudizio degli altri. I più fortunati tra voi hanno una famiglia che li supporta in questo percorso, ma la strada è unica per tutti, ed anche i genitori, i nonni, gli zii, i professori, tutti gli adulti ci sono passati. Avete mai provato a parlare con un adulto immaginandovelo da bambino o da ragazzo, con grembiulino e zainetto o con brufoli, occhiali e capelli impomatati? Fanno un’impressione diversa, vero? Gli adulti hanno l’abitudine di far finta di essere nati grandi, con tutto il bagaglio di sapere già nella testa e non è così, l’equilibrio e il buon senso sono una conquista che dura nel tempo e non finisce mai.
Ma voi giovani avete sempre avuto una marcia in più rispetto ai grandi: siete pura speranza, siete quello che potrà essere, che ancora non c’è ma si può forgiare, siete energia creativa, potente e meravigliosa. Molti di voi un domani saranno formatori, governeranno città o stati, cureranno la salute delle persone, scopriranno nuove cose, andranno nello spazio, saranno artisti…. ma tutto sarà fatto come non è mai stato fatto prima, perché ciascuno di voi è unico e diverso dagli altri e questa è la meraviglia della vita. L’importante è che nel costruire il vostro futuro, abbiate basi solide di valori e un’idea di come vorrete plasmare il mondo.
Non pensate mai di doverlo subire, non siete ospiti in questa società, ne siete parte essenziale e nessuno deve convincervi del contrario. I valori che avete sempre sentito nominare come obiettivi cui tendere, solidarietà, uguaglianza, rispetto, inclusività, dignità, valori per i quali si pianificano manifestazioni, si organizzano incontri, si scrivono libri e articoli di giornale, non sono solo idee astratte, sono le realtà che bisogna rendere concrete ogni giorno, in famiglia, a scuola, nello sport, con gli amici, ovunque. Non potete sperare di creare un mondo migliore se non metterete un mattone sull’altro momento per momento, le cose non si cambiano da sole e non si può demandare agli altri. Ciascuno è protagonista del proprio spazio di vita e, gli piaccia o no, ha un ruolo nella costruzione della civiltà di domani.
Chiunque incontriamo ci cambia e, viceversa, esso stesso subisce l’effetto del nostro incontro. Allora bisogna che prendiate consapevolezza di questo: non potete pensare di vivere isolandovi dagli altri. Viviamo in una società e dobbiamo sapere che la condizioniamo. Facciamo in modo di influenzarla in maniera positiva, propositiva, creativa e stupefacente. Spesso il mondo che noi adulti abbiamo creato è frutto di un unico ideale: quello dell’efficienza, della produttività. Malauguratamente questo ha portato a farvi credere che se non siete al top in quello che fate, non valete nulla, non servite. E’ il più grande degli errori che sarà molto complicato sradicare, ma tocca proprio a voi farlo.
Quando incontrate un coetaneo che è diverso da voi, più intelligente o con un deficit cognitivo, più veloce o più lento, più bravo in matematica o più nelle materie letterarie, più sensibile o più razionale, più maturo o più infantile, qualcuno che ha difficoltà diverse dalle vostre (perché diciamocelo, ognuno di noi ha delle difficoltà con cui deve convivere e fare i conti), insomma quando vi confrontate con gli altri, pensate che ogni gesto, ogni parola, ogni azione o intenzione avrà un effetto su questa persona. Fate sempre in modo che questa influenza sia positiva, che chi vi incrocia esca da questo incontro migliore di prima, non perché avrete voluto insegnargli qualcosa, ma semplicemente perché siete riusciti a instaurare un rapporto alla pari di scambio, ascolto, reciproco rispetto e arricchimento.
Ricordatevi, cari ragazzi, che sarete la causa della felicità o infelicità di qualcuno, sempre, sia che lo vogliate o no. Consapevoli di questa responsabilità, vivete i vostri coetanei e chiunque incontrate come fratelli cui non vorrete nuocere, ma che potrebbero diventare, un giorno, persone importanti con cui condividere un chilometro di strada nel percorso della vostra vita, nella costruzione di quella società che costruirete e che sono convinta che sarà molto più bella e più sana di quella che vi abbiamo affidato noi adulti.
Non abbiate paura delle difficoltà, né vostre né dei vostri amici e conoscenti: potrebbero rallentarvi con i loro problemi, ma andare più piano, anche quando non vi sembrerà utile, vi arricchirà di altre sfaccettature e nuovi punti di vista. Il tempo è quello che vi abbiamo tolto noi adulti, dicendovi sempre di sbrigarvi, che è tardi, di non stare a fare nulla. Ma i momenti di pausa vi servono e sono utili a pensare, a riflettere, a prendere consapevolezza di voi stessi e di quello che vi succede.
Riprendetevi il vostro tempo. Allargate la mente, cari ragazzi, non vi fermate alle nozioni imparate sui libri, pur essenziali per essere pronti a fare quello che sarete, ma arricchitevi di esperienze, di sentimenti, di emozioni. Vivete della meraviglia della natura, delle diversità che celano sempre nuovi mondi, della fiducia reciproca che dovrete guardarvi bene dal tradire. Badate di fare tanta attenzione a non ferire le persone, anche solo con uno sguardo, con una parola, anche con un silenzio al momento sbagliato, perché un domani potreste trovarvi dall’altra parte e sperimentare il dolore che si prova nel non sentirsi amato, accettato, capito, rispettato. E se vedete che un vostro vicino è in difficoltà, soffre o fa fatica ad esprimere il proprio disagio, non fate finta di niente. E’ uno di voi, siete voi stessi in un altro momento della vita.
Prendetevi il tempo e il coraggio di avvicinarvi e dargli supporto. Non risolverete i suoi problemi, non è il vostro compito, ma gli farete capire che non è solo ad affrontarli. E’ così che si crea un mondo migliore, facendo delle difficoltà di ognuno la forza di una comunità, unita, compatta e che unisce le forze e le capacità di ciascuno. Soprattutto non abbiate paura di fare la cosa giusta, accettando le conseguenze! Troppo spesso si assiste ad episodi in cui per strada si vedono persone in difficoltà e i passanti si voltano dall’altra parte, per paura, per timidezza, per abitudine: dispiacersi non basta, bisogna agire, non fare il male non basta, bisogna fare il bene! E non ci date retta quando vi diciamo: lascia stare, non te ne preoccupare, se ne occuperà qualcun altro, tu fatti i fatti tuoi! Siamo egoisti e codardi quando vi diamo questi consigli.
Se lottate per le cose in cui credete, con prudenza e intelligenza, ma con coraggio, sarete persone migliori e farete diventare migliori anche gli altri. Nonostante le possibili conseguenze, saprete guardarvi allo specchio tutte le mattine a testa alta. Fare scelte di comodo per non lottare, non è quello che vi aiuterà ad essere migliori. Non perdete quel fuoco che è proprio della vostra età, perché è la più grande ricchezza, è la forza che vi consentirà di affrontare la vita come supereroi, coraggiosi, forti, sensibili e giusti. Ogni supereroe ha le proprie difficoltà, i propri deficit, le proprie debolezze, ma fa di un’unica risorsa il proprio superpotere, al servizio degli altri, diventando un eroe.
E non temete di sbagliare, siete umani, vi è concesso, ne avete tutto il diritto, l’importante è che non vi nascondiate, chiedete scusa, riparate all’errore, fate in modo che dallo sbaglio scaturisca qualcosa di buono! Ogni cosa che fate o che dite è un seme. Sta a voi far sì che germogli grano o gramigna. E anche se sbagliate 100 volte, non vuol dire che siete voi sbagliati, ma solo che avrete 100 occasioni per trasformare una situazione negativa in una cosa buona. Prendete in mano la vostra vita e abbiatene cura, ne avete una sola ed è vostra!
Siate forti con le vostre debolezze e fragilità. Non fingete di essere quello che non siete, perché il mondo risentirebbe della vostra assenza. E non vergognatevi di emergere, perché se migliorate la nostra società malata, il vostro esempio dev’essere visibile e di esempio a tanti altri. La vostra eco sarà come un raggio di luce in tante situazioni buie e difficili.
Buona vita, meravigliose creature, siate quello che siete destinati ad essere!”
Adriana Marini Serra