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Ben-essere 2.0: “Le microplastiche preoccupano la comunità scientifica” – Ecco cosa c’è da sapere:

Nuovo appuntamento con la nostra rubrica settimanale sulla nutrizione, a cura del Dr. Giuseppe Scalercio

Le microplastiche, frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri, sono diventate una preoccupazione crescente per la comunità scientifica e il pubblico.

Mentre in passato l’attenzione era rivolta alla plastica visibile e ai suoi impatti ambientali, ora il focus si è spostato sulle microplastiche, particelle minuscole che possono entrare nel nostro corpo e causare una serie di problemi di salute.

La plastica, esposta agli elementi ambientali come il sole, il vento e l’acqua, si degrada lentamente, riducendosi in frammenti sempre più piccoli. Questi frammenti, noti come microplastiche, possono essere trovati ovunque: nell’aria, nell’acqua, nel suolo e persino nei cibi che consumiamo.

L’inalazione e l’ingestione di microplastiche rappresentano una via diretta attraverso cui queste particelle possono entrare nel nostro organismo.

Le microplastiche non sono solo un problema ambientale ma sono presenti anche nelle nostre case. Molti utensili e oggetti di uso quotidiano sono fatti di plastica, e il loro uso continuo può contribuire alla dispersione di microplastiche nell’ambiente domestico. Per ridurre l’esposizione alle microplastiche in casa, è consigliabile utilizzare utensili in materiali alternativi come legno e acciaio, diminuendo il più possibile l’uso della plastica.

L’assunzione di microplastiche può portare a diversi problemi di salute. Di seguito sono elencati alcuni dei principali rischi associati:

  1. Infiammazione e Risposte Immunitarie: Le microplastiche possono causare infiammazione nei tessuti corporei. Il sistema immunitario può percepire queste particelle come corpi estranei, scatenando risposte infiammatorie che, nel lungo termine, possono portare a danni cellulari e tissutali.
  2. Stress Ossidativo: Le microplastiche possono generare stress ossidativo, un processo che danneggia le cellule a causa dell’eccessiva produzione di radicali liberi. Questo può contribuire a malattie croniche come il cancro, le malattie cardiovascolari e neurodegenerative.
  3. Disturbi Endocrini: Alcuni tipi di microplastiche contengono additivi chimici come ftalati e bisfenolo A (BPA), che sono noti interferenti endocrini. Questi composti possono alterare il funzionamento del sistema ormonale, portando a problemi di fertilità, sviluppo anomalo e altre disfunzioni endocrine.
  4. Problemi Respiratori: L’inalazione di microplastiche può danneggiare il sistema respiratorio, causando irritazione delle vie aeree, infiammazioni croniche e aumentato rischio di condizioni respiratorie come l’asma.
  5. Problemi Gastrointestinali: L’ingestione di microplastiche può influenzare negativamente il tratto gastrointestinale, causando infiammazione, alterazioni della flora intestinale e potenzialmente aumentando il rischio di disturbi gastrointestinali.
  6. Bioaccumulo di Tossine: Le microplastiche possono adsorbire e concentrarsi in sostanze chimiche tossiche presenti nell’ambiente, come metalli pesanti e inquinanti organici persistenti. Queste sostanze possono poi essere rilasciate all’interno del corpo, aumentando il rischio di tossicità sistemica.

Per limitare l’esposizione alle microplastiche, sia a livello personale che ambientale, si possono adottare diverse strategie:

  • Utilizzare Utensili in Materiali Alternativi: Preferire utensili e contenitori in legno, acciaio inossidabile, vetro e ceramica.
  • Evitare Prodotti Monouso in Plastica: Ridurre l’uso di sacchetti, bottiglie e altri prodotti monouso in plastica.
  • Filtrazione dell’Acqua: Utilizzare sistemi di filtrazione dell’acqua che possono rimuovere le particelle di microplastiche.
  • Consumo Responsabile: Scegliere prodotti con meno imballaggi in plastica e optare per alternative ecologiche.

Le microplastiche rappresentano una minaccia invisibile ma significativa per la salute umana e l’ambiente. La consapevolezza e la riduzione dell’uso della plastica, insieme a misure preventive a livello domestico, possono contribuire a limitare l’esposizione e i potenziali rischi per la salute. La comunità scientifica continua a studiare gli effetti delle microplastiche, e una maggiore conoscenza potrà guidare politiche e pratiche più sicure per la gestione di questo problema emergente.

Ringraziamo il nostro Dr. Scalercio, al quale vi rimandiamo per eventuali consigli ed approfondimenti. Questi i suoi canali ufficiali:

Appuntamento a settimana prossima con una nuova puntata di “Ben-essere 2.0”!

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