Nuovo appuntamento con la nostra rubrica settimanale sulla nutrizione, a cura del Dr. Giuseppe Scalercio
Per molti la carenza di ferro è più di un semplice disturbo, è una lotta quotidiana che influisce sulla qualità della vita.
Immaginate di essere costantemente affaticati nonostante dormiate a sufficienza, di sentirvi deboli anche nelle azioni più semplici, e di vedere il vostro viso riflettere il pallore della vostra condizione interna.
Tanti pazienti presentano questa caratteristica, portandosela dietro nel tempo.
Ogni volta che si effettuano gli esami del sangue, i valori della ferritina, della sideremia e dell’emoglobina risultano bassi, indicando una persistente carenza di ferro nell’ organismo.
Nonostante le varie cure, la situazione non si smuove. Inoltre le terapie messe in atto hanno spesso effetti collaterali, arrecando disturbi allo stomaco, crampi, stipsi o diarrea.
Come intervenire in questi casi?
In primis è opportuno effettuare apposite indagini mediche per escludere tutte le possibili cause sottostanti e se da queste non emerge nulla in particolare vuol dire che la risposta per risolvere questo problema sta nello STILE DI VITA.
Dunque migliorare il proprio stile di vita potrebbe essere la chiave per rompere il ciclo della carenza di ferro.
In che modo?
Una nutrizione squilibrata insieme ad uno stile di vita poco sano comporta l’aumento dell’infiammazione a livello intestinale.
Un intestino cronicamente infiammato riduce drasticamente la capacità di assorbimento del ferro dagli alimenti, creando una carenza cronica di questo prezioso minerale.
Quindi, come bisogna intervenire?
La risposta sta nel cambiare radicalmente la propria alimentazione e valutare un’opportuna integrazione. La dieta riveste un ruolo cruciale.
Ridurre il consumo di zuccheri e preferire cibi integrali ricchi di fibre può aiutare a mitigare le infiammazioni intestinali e migliorare l’assorbimento del ferro.
Integrare la dieta con una maggiore quantità di proteine può fornire al corpo i nutrienti necessari per la produzione di emoglobina e la rigenerazione dei tessuti.
Ma non finisce qui.
È essenziale valutare la presenza di eventuali intolleranze alimentari che potrebbero contribuire all’infiammazione intestinale. Identificare e evitare questi trigger può essere fondamentale nel migliorare l’assorbimento del ferro e nell’alleviare i sintomi associati alla carenza.
Tuttavia, per alcuni, l’integrazione può essere necessaria. Qui entra in gioco la tecnologia farmaceutica moderna, offrendo soluzioni avanzate per l’assunzione di ferro.
Gli integratori di ferro in forma liposomiale rappresentano la più recente innovazione, offrendo un assorbimento ottimizzato e pochissimi effetti collaterali.
Per coloro che hanno problemi gastrointestinali, la forma colloidale sublinguale offre un’alternativa efficace, consentendo all’organismo di assorbire il ferro attraverso la mucosa sotto la lingua, bypassando lo stomaco sensibile.
In conclusione, combattere la carenza di ferro è una sfida personale che richiede un approccio globale alla salute.
Bisogna mettere l’intestino nelle condizioni di poterlo assorbire nel modo efficace e per questo è fondamentale una nutrizione mirata affiancata da un’opportuna integrazione.
Ringraziamo il nostro Dr. Scalercio, al quale vi rimandiamo per eventuali consigli ed approfondimenti. Questi i suoi canali ufficiali:
Appuntamento a settimana prossima con una nuova puntata di “Ben-essere 2.0”!
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