Riceviamo il comunicato di Antonio Petrone, accusato di aggressione per un fatto accaduto nell’aprile 2020:
“Con gli articoli di aprile 2020 alcune testate giornalistiche davano grande risalto alla notizia fatta girare da un “noto legale del foro di Paola” che lamentava di essere stato da me aggredito e minacciato, nel mentre ero in servizio presso il P.S. di Cosenza, come guardia giurata particolare, in pieno lockdown da Covid.
In particolare, seppure brevemente, l’avvocato e la sorella con una lunga diretta Facebook sarebbero stati maltrattati e minacciati, addirittura avrei sfiorato il calcio della pistola, impedendogli di accedere al nosocomio per raggiungere la nonna in corso di ricovero (accesso, lo ricorderete, vietato in virtù delle severissime disposizioni anti-covid che eravamo chiamati a far rispettare).
Tali pubblicazioni hanno creato gravi imbarazzi e disagi a me ed alla mia famiglia, vittime della calunniosa accusa e dei feroci commenti di amici del legale e dei lettori dei giornali (molti dei quali invocavano il giudizio divino contro di me e i miei familiari).
Oltre a questo ho dovuto subire una gratuita pressione da parte del mio datore di lavoro al quale ho dovuto, a più riprese, relazionare su quanto accaduto, difendendomi.
Non potendo tollerare l’aggressione alla mia reputazione ho querelato per diffamazione gli Avv.ti. Questi, condannati in prima battuta con decreto penale, a seguito di opposizione, sono stati tratti a giudizio davanti il Giudice.
Tuttavia, evidentemente ravveduti per quanto fatto, hanno chiesto ed ottenuto, dopo aver versato un modesto risarcimento economico e, soprattutto, essersi sinceramente scusati, la mia remissione di querela.
Con la presente, chiedo venga data notizia della conclusione di quella vicenda al fine di una riabilitazione della mia infangata reputazione.
Ringrazio ed ossequio.”
Antonio Petrone
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