Riceviamo le parole della nostra lettrice, che ci chiede di poter dire la sua in merito all’articolo da noi pubblicato una settimana fa (Articolo QUI):
“Buongiorno a tutti, scrivo dopo un po’ di giorni dall’articolo pubblicato giorno 3 Settembre, perché ancora sconvolta, sbalordita e indignata da ciò che è successo nella serata di domenica scorsa e dalle parole scritte da questo signore che si qualifica come assistente sociale.
La Signora che vi scrive è proprio la “40 enne ed esile” citata nell’articolo. Laureata, educata, socievole e ben voluta da chi mi conosce, e soprattutto una BRAVA Mamma, questa sono io, e non accetto di essere descritta diversamente, solo perché a questa persona viene data ragione dai leoni di tastiera solo per il ruolo che ricopre.
I fatti non sono andati come vengono descritti…
Io e il mio compagno siamo stati offesi gratuitamente, con aggettivi che non voglio ripetere e che non ci appartengono per niente. Non si può mangiare una pizza in serenità con la propria famiglia e non si può chiedere di spostare un auto che ci si ritrova ad essere sbattuti ad un cancello da una persona che grida come un pazzo, disturbando la quiete degli abitanti del quartiere, che dalle proprie case è scesa in strada rimanendo sbalordita dall’aggressività di questo signore.
Si parla del mio compagno e del suo comportamento in modo non veritiero, facendolo passare per scostumato, solo per aver chiesto di spostare un auto, e da persona “maleodorante di alcool” solo per aver bevuto una birra mangiando una pizza, non penso sia un reato. I testimoni che hanno assistito all’accaduto potranno confermarlo.
Le persone che ci conoscono sanno che siamo una brava famiglia, educata e di sani principi. Si è preso la libertà di parlare di mio figlio, quando il mio bambino non era neanche presente sul luogo dell’accaduto, visto che è rimasto seduto con i miei genitori al tavolo della pizzeria.
Io mi sono avvicinata d’istinto perché era coinvolto il mio compagno, non ho schiaffeggiato nessuno, anzi ho cercato di sedare gli animi avvicinandomi a questa persona, pregandolo di fermarsi.
I miei occhi erano “rossi” perché ero raffreddata, e l’occhio “spento” purtroppo è la conseguenza di una paresi facciale. Chiamandolo signore gli faccio solo un complimento, ma un vero signore non si mette in auto sfrecciando in un quartiere abitato, dichiarando falsamente di essere inseguito da noi che in macchina non siamo neanche entrati; un vero signore non si inventa la storia di un bambino che “ride” per denigrare i suoi genitori e farli passare per un cattivo padre e una cattiva madre.
A nostro figlio abbiamo insegnato tutt’altro, trasmesso amore, affetto e gioia, gli abbiamo insegnato ad essere educato e rispettoso verso tutti e a “sorridere”, non a “ridere”. Vergogna, vergogna, vergogna.
Ora mi rivolgo a te che hai scritto questo assurdo articolo, non ti conosco personalmente ma so chi sei e anche qualcosina in più, ma non sono vigliacca come te che denigri le persone per prenderti una ragione che non hai.
Forse invece di rientrare dalle vacanze eri stato al cinema a vedere un film, la cui sceneggiatura è stata scritta da te. vergognati perché da assistente sociale dovresti aiutare le famiglie, non cercare di rovinarle.
E voi signori che avete commentato, prima di giudicare pensateci bene, perché potrebbe capitare a tutti voi di trovarsi in una situazione spiacevole.
Ho scritto la mia verità, la nostra verità, forse ora mi sentirò o ci sentiremo un pochino meglio, dopo tutte le calunnie che ci sono state rivolte. Spero finisca questo incubo nel più breve tempo possibile e che questa storia sia solo un brutto ricordo.“
(Lettera firmata)