Riceviamo la testimonianza della nostra lettrice Simona:
“Quando si pensa alla sanità in Calabria si pensa sempre al peggio, si pensa che qui le cose non funzionano e che, per curarsi, bisogna spostarsi al Nord, alla ricerca di quella sicurezza sulla propria salute.
Io, giovane mamma di 39 anni, questa sicurezza l’ho trovata all’ospedale Annunziata di Cosenza, nel reparto di neurochirurgia del Prof. Salvatore Aiello. Da giorni accusavo dolori lancinanti alla scapola sinistra, fino al completo blocco degli arti inferiori, blocco urinario ed intestinale.
Dopo la classica trafila al pronto soccorso, finalmente, dopo un’accurata risonanza magnetica, riescono a diagnosticare un ascesso midollare che stava comprimendo il mio midollo osseo, un evento molto raro. Decidono immediatamente di intervenire chirurgicamente.
Chiedo al dott. Aiello:” Dottore, ritornerò a camminare?” La sua risposta:” Prima interveniamo… meglio è”! Ed io mi sono fidata di quegli angeli col camice verde. Mi ritrovo catapultata in sala operatoria. L’intervento dura ben sei ore, al termine del quale ho mosso in modo blando il mio piede: qui l’esultanza dei chirurghi.
È passato un mese dall’intervento e i miei movimenti degli arti inferiori migliorano gradualmente giorno per giorno. Dovrò fare tanta riabilitazione. Non so quanto riuscirò a recuperare e se ritornerò alla vita di prima, ma sono certa che mi hanno salvato la vita e che di meglio non potevo ricevere.
Ho ricevuto tutte le cure mediche possibili, con impegno e professionalità da parte degli infermieri e del personale OSS, starei qui a ringraziarli uno a uno, per tutto l’amore e la delicatezza che hanno avuto con me e soprattutto per il supporto psicologico che mi hanno dato in quei giorni terribili.
Ringrazio tutta l’equipe del Dott. Aiello: il Dott. Quaglietta per avere eseguito un intervento straordinario, la Dott.ssa De Rose, la Dott.ssa Gabriele, il Dott. De Rose, la Dott.ssa Perino ed il Dott. Lentini. Il reparto di neurochirurgia è un’eccellenza della sanità calabrese. Il Dott. Aiello, commosso, mi disse:” Torni a trovarci”. E io, Dottore, le prometto che tornerò a trovarla, sulle mie gambe.”
Simona Martucci
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