“A seguito di alcuni problemi all’interno della nostra scuola, ieri mattina 27/02/2024, abbiamo deciso di attuare una protesta pacifica nei confronti della direzione scolastica. Questi i vari malcontenti che abbiamo fatto presente:
“All’attenzione della Dirigenza Scolastica dell’Istituto d’Istruzione Superiore Lucrezia della Valle
L’articolo 34 della costituzione italiana afferma “la scuola è aperta a tutti”, tuttavia è necessario che la scuola fornisca gli strumenti adatti per poter svolgere in maniera ottimale le lezioni scolastiche, che non si limitano al rapporto 1:1 tra alunno e professore, così come l’istruzione e la cultura di un alunno non si dovrebbe racchiudere in un programma dettato dal Miur.
Socrate, al suo tempo, affermava che la cultura rende gli uomini liberi e i filosofi empiristi sostenevano che l’esperienza fosse la vera conoscenza, dunque è chiaro che l’esperienza contribuisce fortemente alla costruzione della persona. Ad ogni modo, il corpo studentesco sostiene che nell’Istituto d’Istruzione superiore “Lucrezia della Valle” l’esperienza venga sottovalutata e che gli strumenti siano spesso assenti, conseguentemente in questo saggio verranno esposte tali problematiche al fine di trovare un riscontro positivo che possa soddisfare il malcontento generale, ignorato per troppo tempo.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito prevede che vengano svolte 30 ore di orientamento per gli alunni della scuola secondaria di secondo grado e nonostante queste ore siano state svolte è riconoscibile l’incoerenza di questi incontri con alcuni percorsi di studi. Si può prendere come esempio il caso del liceo linguistico che in data 19/12/2023 ha partecipato a un incontro volto alla facoltà di ingegneria per l’ambiente e tecnologia del mare e della navigazione denominato “la modellistica matematica nella valutazione della evoluzione della linea di costa” a cura della professoressa Manuela Carini-UNICAL Dipartimento DIAm.
Anche se il corpo studentesco ha apprezzato la proposta della scuola che offre la possibilità di interfacciarsi con un percorso di studi totalmente differente, non sono mai stati effettuati degli orientamenti o incontri per conoscere la facoltà di lingue o che riguardassero la comunicazione linguistica. La stessa mancanza l’ha avuta l’indirizzo Scienze Umane, in quanto non hanno avuto modo di interfacciarsi con una facoltà di psicologia, tuttavia ha effettuato incontri che non erano mirati al loro percorso di studi.
Sorvolando l’orientamento che si è svolto all’interno dell’istituto, la scuola non ha ancora garantito un orientamento all’esterno, dunque gli alunni non hanno potuto visitare il campus UNICAL né hanno potuto partecipare agli eventi Martedì in UNICAL (accessibili solo alle scuole, conseguentemente vi è impossibile visitare i laboratori nel momento in cui non si è accompagnati). La scuola ha fissato un unico appuntamento in università per il 21/03 c. a., nonostante ciò è risaputo che alcuni corsi aprono i bandi di iscrizione ed effettuano i TOLC già nei primi giorni di marzo, quindi gli alunni frequentanti il quinto anno sono in netto ritardo rispetto agli altri istituti della provincia, i quali già da gennaio c. a. hanno portato gli alunni in università in modo da chiarire eventuali dubbi e garantire un’offerta formativa per il loro futuro.
La dirigenza della scuola sostiene che gli alunni effettuano troppe uscite, considerate “accessori”, e che esse distraggano il corpo studentesco dall’istruzione. Il problema di questa affermazione sta nel considerare le uscite come “accessori”, quasi come a definirle “tempo perso”; il corpo studentesco sostiene invece che le uscite siano parte integrante e necessaria della didattica per due motivi principali:
– Chiudere i propri orizzonti sul rinnovamento dell’insegnamento e la negazione dei metodi alternativi vanno contro i principi sui quali si è sempre basata la scuola stessa, da sempre denominata come “scuola alternativa” grazie all’unicità dei suoi indirizzi e dei suoi metodi sempre lodati e invidiati dagli alunni degli altri istituti. Numerosi studi dimostrano l’efficacia dei metodi alternativi e di come essi siano una vera e propria rivoluzione scolastica, dunque perché considerare futili fonti di apprendimento alternative come il Progetto Cinema o le uscite didattiche?
– Le innegabili carenze di alcuni alunni (anche se essi potrebbero costituire la maggioranza) non sono necessariamente collegate alle uscite scolastiche, in quanto bisognerebbe prendere in considerazione le lacune della didattica; innumerevoli alunni hanno denunciato spesso e volentieri la mancanza di comprensione da parte di alcuni professori, dimostratasi anche in occasioni non didattiche dove i docenti si sono posti con toni poco decorosi nei confronti degli alunni, i quali meritano rispetto nonostante il loro andamento scolastico che, per quanto possa sembrare ovvio, spesso non avviene. Ovviamente questo punto non intende incolpare qualcuno o qualcosa per una mancanza degli alunni, piuttosto richiede che le lacune scolastiche degli alunni non diventino un pretesto da parte della scuola per annullare progetti e attività didattiche.
D’altro canto, per quanto riguarda i viaggi d’istruzione proposti, anche in questo caso sono state presentate delle lamentele; gli stage organizzati dalla dirigenza scolastica presentano delle problematiche, in primo luogo si tratta di un’inaccessibilità da parte di numerosi studenti data dal prezzo, generalmente considerato elevato o che divide gli alunni per la loro disponibilità economica, ma il relativo problema del costo viene reso nullo davanti alla mancata organizzazione e comunicazione da parte della dirigenza, in quanto gli aggiornamenti riguardanti gli stage non sono stati forniti con il giusto anticipo negando la possibilità di ponderare saggiamente e di raccogliere la somma richiesta per le famiglie (la stessa situazione si è creata quando è stato presentato il viaggio delle classi quinte, comunicato con breve anticipo), soprattutto nel momento in cui i bandi di pagamento non sono stati comunicati tramite circolari (come nel caso delle rate dello stage di Valencia, dove gli alunni sostengono di aver scoperto “per caso” il bando di pagamento della prima rata solo cinque giorni prima della scadenza, creando disagio alle famiglie).
Il malcontento riguardante le uscite didattiche non proviene solo dagli alunni partecipanti allo stage dell’indirizzo linguistico, infatti molte lamentele sono state esposte dagli alunni del terzo e quarto anno, i quali ritengono il viaggio proposto (“viaggio sulla legalità“ Travel Game previsto dal 22 al 24 maggio 2024) insoddisfacente sia per il loro percorso di studi sia per la ripetizione del viaggio, lamentela mossa dalle classi quarte che si sono ritrovate come unica proposta un’uscita che in gran parte hanno già svolto, da qui molti alunni hanno scelto di non parteciparvi portando, potenzialmente, a un insuccesso.
L’indirizzo musicale e coreutico vengono considerati come i due indirizzi più “accattivanti“ dell’istituto data la loro unicità, grazie ai concerti e agli spettacoli che rendono vivi tali indirizzi, tuttavia per quanto riguarda essi ci sono delle incongruenze: gli studenti iscritti all’indirizzo credono fermamente che negli ultimi due anni ci sia stato un depotenziamento, causato da vari fattori quali la disorganizzazione e l’assenza di gruppi di formazione musicali (big band, band jazz, band pop…) che vengono erroneamente promossi nelle brochure di orientamento rivolto alle classi terze delle scuole secondarie di primo grado, anche se non esistono più da qualche anno, illudendo i nuovi iscritti e gli alunni che sperano invano di riottenere determinati servizi, talvolta azzittiti quando si è tentato di discuterne; nonostante la scuola abbia proposto alcune attività per i precedentemente citati indirizzi, tali attività non si sono mai concretizzate.
La medesima mancanza di strumenti di formazione didattici si ritrova negli altri indirizzi in forme diverse come l’inaccessibilità ai laboratori linguistici, dunque la domanda sorge spontanea: perché pagare i contributi scolastici che garantiscono teoricamente l’utilizzo degli strumenti di formazione se poi per varie motivazioni (come ad esempio il sovraffollamento della scuola che non permette di usufruire dei laboratori in quanto sono stati resi aule per alcune classi o la mancanza di spazi idonei per il liceo coreutico, quali una seconda aula danza e uno spogliatoio) non possono essere utilizzati?
Successivamente, il corpo studentesco richiede un chiarimento da parte di chi ne compete per quanto riguarda la struttura fatiscente del nostro istituto nonostante lo stanziamento previsto dalla legge 107/2015, dove non c’è uno spazio esterno agibile e gli infissi sono deteriorati, dove un tubo marcio di un termosifone ha lasciato che l’intera scuola raggiungesse una temperatura di 14 °C, inaccettabile secondo il d.p.r. del 18/12/1975 che fissa la temperatura per gli ambienti scolastici a 18 °C o secondo lo studio “sicurezza e benessere nelle scuole“ di INAIL che afferma che la temperatura ideale negli ambienti scolastici (in inverno) si aggiri tra i 19 °C e i 22 °C con un’umidità relativa tra il 40-50%; è chiaro che non è una questione che riguarda solamente l’istituto, ad ogni modo il corpo studentesco ritiene necessaria una regolamentazione di tale problematica al fine di rispettare il decreto legislativo 81/2008 con la stessa premura e lo stesso impegno che lo staff scolastico pone nel momento in cui ritiene ci sia un problema da parte di noi studenti, ciò per poter arrivare a una scuola sicura e pulita, altro fattore totalmente assente nella scuola in quanto sono evidenti le precarie condizioni igieniche e strutturali in cui riversa.
Inoltre è noto come il bar scolastico, nonostante sia un servizio utile specialmente nelle emergenze, venga considerato come un “passatempo” degli alunni che comodamente scelgono di sedersi ai tavoli e di perdere le ore scolastiche. Intanto è fondamentale sottolineare l’utilità di tale servizio in quanto offre beni primari a studenti che ne hanno necessità, ma è ancor più importante denunciare il malfunzionamento del servizio nella sua regolamentazione, in quanto richiede a 60 classi circa con le rispettive liste di usufruire del servizio entro le ore 09:00 creando un forte sovraffollamento dello spazio e una perdita di tempo scolastico, lo stesso tempo che lo staff scolastico cerca di salvaguardare; il corpo studentesco riconosce che perdere quindici minuti in fila al bar non è equiparabile a perdere sei ore scolastiche, ciononostante riconosce che una regolamentazione migliore del servizio (aggiungendo anche l’apertura nelle ore pomeridiane, in quanto gli studenti non sono autorizzati a lasciare l’edificio in cui rimangono talvolta per più di otto ore) lo renderebbe più pratico e accessibile.
Eppure considerare un servizio del genere come futile e di svago è una generalizzazione poco gradita che non ritiene fiducia nel buonsenso degli alunni, poiché a causa di determinati soggetti (talvolta piccoli gruppi) viene punito un corpo studentesco di 1200 alunni che si differenzia da chi non rispetta le regole; seguendo la regola della punizione collettiva che si è già dimostrata sterile e poco efficace, dal momento che ovviamente gli studenti non possono compiere atti contrari alle regole se non ne hanno la possibilità. Ad ogni modo il corpo studentesco ritiene che tale divieto sia inadeguato in quanto crede nella punizione individuale che, se concreta, riesce a diffondere un messaggio che invita al conseguimento delle regole per creare un ambiente sicuro. Il risultato effettivo della punizione collettiva è stata la rassegnazione sommessa di giovani studenti innocenti che, non credendo corretta la punizione che gli è stata ingiustamente assegnata, creano ulteriori disagi.
In conclusione, il corpo studentesco chiede per l’ennesima volta di essere riconosciuto, ascoltato e non sentito, carpito profondamente e non ignorato, al fine di trovare un punto comune che possa soddisfare ambedue le parti e che possa dare finalmente agli studenti che hanno precedentemente scelto questa scuola la possibilità di andarne fieri e di non abbassare il capo quando gli viene chiesto quale scuola frequentano.
Protestiamo al fine di rendere ogni lucreziano fiero e dignitosamente libero.
Abbiamo stilato una lista precisa di punti che vi elencherò:
• orientamento mancato ai quinti all’unical, quando andranno saranno in netto ritardo rispetto ai bandi di iscrizione
• uscite didattiche definite dalla dirigente stessa degli “accessori”, “tempo perso”, dando la colpa a queste per l’andamento scolastico non massimale, cosa non vera perchè una persona se vuole studia sia con che senza uscite
• viaggi d’istruzione proposti: stage di Valencia con completa disorganizzazione, costo elevato (come tutti gli stage) che creano un disagio per le famiglie ma anche degli alunni stessi che si sentono privati di un viaggio semplicemente perché non hanno disponibilità economica. Gita terzo e quarto: i quarti si ritrovano a ripetere lo stesso viaggio proposto scorso anno (addirittura accorciato), ma oltre a questo, non è un viaggio che riguarda il loro percorso di studi per quanto possa essere interessante
• musicale e coreutico: depotenziati in questi ultimi due anni. Alcuni punti del musicale, come la big band, vengono vantati all’interno del percorso di orientamento per le medie quando in realtà non esistono; così come non vengono fatti molti spettacoli per il coreutico
• mancanza di strumenti di formazione negli indirizzi generali, come ad esempio i laboratori per il linguistico non accessibili a causa del sovraffollamento della scuola (noi paghiamo con il contributo volontario per dei servizi che non ci vengono dati)
• struttura fatiscente della scuola: termosifoni rotti, igiene scarsa ecc ecc
• bar chiuso alle 13:00 quando questa è una scuola che rimane aperta fino alle 18:00, creando così una situazione di disagio negli studenti, professori e personale ata che per una semplice bottiglietta d’acqua devono uscire da scuola
• zittiti più di una volta, ci hanno fatto piangere dandoci dei maleducati quando ci siamo sempre posti con molta educazione e rispetto
Il Corpo Studentesco