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Lettere 2.0: “Il calvario di mio fratello all’Annunziata, fino alla decisione di portarcelo a casa…”

Riceviamo il triste sfogo della nostra lettrice:

 

 

“Buongiorno, vorrei raccontarvi quello che è successo a mio fratello:

Mario è stato ricoverato all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza per essere stato sottoposto ad intervento di tumore vescicale… e qui purtroppo inizia il calvario…! Operato in urologia e successivamente dimesso, gli viene dato appuntamento per togliere dei tubicini e dopo è tornato a casa…

Nel pomeriggio inizia la febbre alta e dolori addominali, quindi, informato il reparto viene di nuovo ricoverato in ospedale in pronto soccorso e dopo in medicina d’urgenza, poi trasferito in Medicina Valentini. Dagli esami eseguiti risulta presente il batterio Pseudomonas…! Si avviano le cure del caso, ma intanto viene contagiato di COVID-19 per la presenza di altri pazienti positivi.

Ricordo che mio fratello era allettato, quindi, come è possibile…? Dagli esami di controllo si evince che la Creatinina si è alzata e così viene trasferito in Nefrologia, con febbre alta e vomito. Senza neanche mangiare qualcosa decidono di fare la dialisi. Si risolve per il momento la creatinina e non fanno più la dialisi, ma dopo qualche giorno la creatinina si rialza… e di nuovo torna in dialisi.

Mio fratello continua a stare sempre più male, così dietro insistenza fanno una Tac con mezzo di contrasto e vedono che tutti e due i reni sono compromessi. Quindi, contattati altri medici, gli mettono dei cateteri ai reni dai quali sono usciti 4 litri di liquidi…!

Dopodiché la creatinina si è abbassata un po’ e viene dimesso, ma mio fratello continua a stare male. Gli viene una crisi, gli facciamo l’emocromo e scopriamo che deve fare con urgenza una trasfusione di sangue. Così, consigliato dal medico, chiamiamo il 118 e lo portiamo in ospedale…!

Qui è stato messo in corridoio su una barella. Entra la figlia e nota che aveva la mascherina per l’ossigeno, ma non c’era la bombola attaccata. Avvisato il personale le rispondono con arroganza che gli hanno detto che non aveva bisogno di ossigeno, perché avevano fatto l’Ega ed andava bene. E allora perché gli era stata messa la mascherina???

Mio fratello respirava a fatica, quindi, siccome stava malissimo, la figlia ha deciso di portarselo a casa e appena tornato a casa ha fatto l’ultimo respiro…!!!

Tutto ciò che ho scritto è solo una piccola parte di quello che ha subìto mio fratello all’ospedale Annunziata di Cosenza…

Vi ho voluto scrivere queste poche parole per fare sapere a tutti come NON funziona questo Ospedale, in particolare il pronto soccorso, e come sono trattati i malati (umanità zero ed arroganza alle stelle)… Non potrò mai dimenticare quello che è successo a mio fratello…!”

(Lettera firmata)