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Le accuse di una mamma di una studentessa straniera: “Discriminazione e autoritarismo in una scuola superiore di Rende”

Riceviamo le parole della mamma della studentessa:

 

 

“Quali genitori ospitanti di una ragazza straniera in Italia per scambio culturale, ci siamo trovati ad affrontare una dirigenza avversa ed incompetente che, non solo non ha accolto la ragazza minorenne come avrebbe dovuto, ma dal primo giorno ha reso ostile il suo inserimento nel contesto scolastico per mera burocrazia ma, addirittura, appena si è presentata l’occasione, ha letteralmente chiuso il dialogo alla risoluzione delle problematiche sopraggiunte.

Noi, come famiglia, abbiamo scelto questa scuola perché frequentata dalle nostre figlie (sorelle ospitanti della ragazza), affinché la studentessa possa vivere a pieno la sua esperienza ed integrarsi anche e soprattutto nella routine familiare. Nonostante le difficoltà iniziali per l’iscrizione e la scelta della classe avvenuta in un clima infelice e contrario, tra vari viaggi a scuola per spiegare l’esigenza della famiglia e la norma prevista dal MIUR, che a quanto pare sembra essere fattore secondario o nullo del tutto! Grazie ad alcune insegnanti si è provveduto (con non poche ostilità), ad elaborare un piano di formazione didattica adeguata alle competenze che la studentessa dovrà portare con sé al suo rientro.

Di punto in bianco senza alcuno avviso (se non da registro elettronico in tarda serata del 29 novembre), giorno 30 novembre i ragazzi delle terze classi del liceo sono state trasferite al plesso distaccato ubicato distante dalla sede, ovviamente trapelata la notizia il giorno prima ci siamo recati a scuola per specificare le esigenze della ragazza sia dal punto di vista logistico ma soprattutto dal punto di vista formativo e didattico, in quanto avendo essa stessa un piano di frequenza didattica che prevede diverse ore di materie scientifico matematiche in classi quarte e quinte con lo spostamento ciò non sarebbe stato possibile, perciò si è chiesto con le dovute competenze e soprattutto la più ambia disponibilità a chiarire qual si voglia dubbio fosse venuto fuori, vista la scarsa volontà di documentarsi sulle disposizioni ministeriali in merito alla mobilità scolastica, che la ragazza fosse lasciata nel plesso principale per continuare a viaggiare con la sorella ospitante e frequentare le ore delle classi quarte e quinte più appropriate al suo livello scolastico.

Volevo solo precisare che la mobilità scolastica non è legata all’età anagrafica dello studente proprio perché competenze acquisite in stato sono differenti. La dirigente scolastica non curante delle esigenze della famiglia, ma soprattutto della ragazza, che accolta ed integrata benissimo in tutto l’istituto proprio come valore aggiunto alla collettività, ha ritenuto trascinare la situazione in un susseguirsi di atti di non curanza ignorando i fattori essenziali di quella che dovrebbe essere la “buona scuola” dimostrandosi ostile e contraria a qualsiasi proposta fatta con criteri competenti e validi sia da noi famiglia che da professionisti esterni.

Dopo 15 giorni in cui la studentessa, senza alcuna attività scolastica in classe, non potendo essa stessa spostarsi per le lezioni nelle altre classi, visto il silenzio della scuola, noi genitori ospitanti ci siamo presentati a scuola per avere notizie circa la volontà o meno di trovare una soluzione a questa incresciosa situazione.

Bene, la risposta della dirigente, o di chi in quella scuola ne fa le veci, è stata sprezzante, arrogante discriminatoria e offensiva nei confronti di noi famiglia e soprattutto di una ragazza che si trovata a dover essere vittima delle beghe infantili di docenti incompetenti assenteisti e poco educati.

«La ragazza non verrà spostata ma appena riusciamo, vediamo di farle fare qualcosa» – «la scuola ha fatto le sue valutazioni… Lei è libera di fare quello che vuole».

Questo è il diritto allo studio che offriamo? La scuola è un bene della collettività non un’azienda privata che può essere gestita secondo le proprie simpatie o antipatie alla mercé di chi si atteggia a “generale”!!
Speriamo che ciò non accada più e che qualcuno intervenga affinché questi soggetti non possano ledere la collettività, i nostri ragazzi non meritano questi esempi”.

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