Un articolo di “Repubblica” rende omaggio al lavoro di un nostro giovane ricercatore
Enrico Iaccino, 43enne cosentino, originario del piccolo borgo di Cervicati, ha sviluppato un metodo per scoprire le spie che indicano la presenza del linfoma a grandi cellule B e la sua risposta alle terapie.
“Quella di Enrico, che lavora all’Università di Catanzaro “Magna Græcia”, è una vera e propria caccia al tesoro, anche se il bottino da conquistare non è certo costituito da monete o lingotti d’oro. L’obiettivo in questo caso è quello di trovare un segnale che indichi in maniera precisa la presenza di un tumore specifico, il linfoma a grandi cellule B.
Questa spia sono gli esosomi, piccole vescicole che hanno un ruolo importantissimo nella comunicazione della cellula. Per farlo Iaccino ha vestito i panni del detective e, grazie al finanziamento ricevuto dal Fellowship Program di Gilead Science, ha portato a termine la sua speciale caccia e portato a casa il tesoro.”
Fonte ed articolo completo qui: La Repubblica