Continuano ad oltranza le proteste da parte dei tirocinanti ministeriali, che dopo anni di sacrifici presso le sedi periferiche della Calabria dei ministeri GIUSTIZIA, MIC e MIUR, sono state vittime di una irragionevole esclusione a seguito del concorso per 1956 tirocinanti
“In particolare, oltre il 50% dei tirocinanti di area 2 e 3 del MiC, ovvero più di 250 persone, hanno visto i loro sforzi vanificati dopo essere stati giudicati NON IDONEI da Formez.
La prova d’esame, che si è svolta lo scorso 26 luglio, che si riteneva superata mediante il raggiungimento di 21 punti, è stata articolata in 20 domande, di cui 10 di cultura generale.
I quesiti nulla avevano a che fare con il tirocinio svolto.
L’incoerenza della prova, il breve preavviso della data d’esame, unitamente alla grave assenza di un testo sul quale poter studiare, ha decretato un’amara sentenza.
I fattori sopra citati hanno reso arduo il superamento del concorso e per gran parte dei tirocinanti il risultato è stato la paradossale non idoneità a continuare a svolgere le mansioni già ricoperte durante il tirocinio.
Dato l’evidente avanzo delle risorse stanziate per il concorso, conseguente dall’elevato numero di posizioni rimaste vacanti, ossia circa 780 su un totale di 1956 posti messi a bando, si era prospettata una possibile soluzione mediante la presentazione alla Camera della proposta emendativa 1.54 al Dl n. 44 del 2023, “recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche” a firma Cannizzaro, Mangialavori, Arruzzolo, Furgiuele, Loizzo, Antoniozzi, Stumpo, Baldino, Orrico, Scutellà, Tucci, in quanto avrebbe permesso la stesura di un nuovo bando.
Il barlume di speranza riacceso da questa vicenda si è subito spento in seguito all’inspiegabile ritiro dell’emendamento.
Lo scorso 5 giugno i tirocinanti ministeriali risultati non idonei, supportati dall’USB, hanno manifestato a Catanzaro incatenandosi all’ingresso della Cittadella Regionale al fine di ottenere risposte dalle istituzioni e richiedere un intervento risolutivo.
Le ulteriori promesse ottenute, legate alla dichiarata volontà politica di non abbandonare la loro causa, sono da considerarsi poco soddisfacenti secondo l’opinione dei tirocinanti, i quali dichiarano che alla mobilitazione del 5 giugno ne seguiranno altre se entro il 15 del corrente mese non si otterranno risposte concrete e, in particolare, l’incontro che è stato loro garantito con un Onorevole.”