Riceviamo lo sfogo di un nostro lettore:
“Non è una novità dell’odissea che quotidianamente gli utenti (anche ammalati gravi), vivono per effettuare una prenotazione per visite mediche e diagnostiche ai vari Cup sparsi nella provincia di Cosenza, per via degli scarsi strumenti tecnologici delle strutture che ospitano i medesimi uffici Cup.
Ma il paradosso, l’assurdità, di un sistema incancrenito e mal funzionante lo si è raggiunto da pochi giorni a questa parte.
Quattro giorni di fila sotto la pioggia battente al Cup di via Popilia, centinaia di persone per prenotare una visita medica, per usufruire di un diritto inviolabile quale quello della salute, ma che puntualmente ti viene negato perché la rete Internet assente o molto lenta non ti permette di curarti. Risultato?
Gli ammalati vengono lasciati al loro triste destino!
Ma com’è possibile che un ufficio importante come quello del Cup abbia quotidianamente problemi di linea Internet?
Com’è possibile che per effettuare (fortunato chi ha santi in paradiso) una prenotazione per una visita importantissima bisogna mettersi in fila 4 giorni e poi ritornare a casa senza nulla?
Già viviamo in una regione dove il sistema sanitario è oppresso e soffocato e per trovare una prestazione ci vogliono 7- 8 mesi , se a ciò si aggiungono questi problemi di rete Internet vuol fare che ogni speranza è persa!
Il Commissario della sanità Occhiuto lo sa o finge di non sapere di come siamo ridotti?
Lo sa che la gente muore perché non può essere curata per via delle lunghissime liste di attesa?
Il “Commissario” dell’Asp di Cosenza che fa tanti proclami, è a conoscenza della situazione?
Lo sa che un ufficio del genere non può viaggiare con una rete Internet fatiscente e assente!
Lo sa che la gente è disperata e che non ha i soldi per ricorrere al privato?
Lo sa che spesso si tratta di visite di controllo che devono essere eseguite entro quella data per monitorare lo stato della malattia?
Lo sa che siamo all’anno zero?
L’unica speranza è organizzare un corteo pacifico, una manifestazione di protesta, civile ma sentita… Siamo stanchi di subire ancora… Vogliamo i nostri diritti tuttora negati.!!”