Sabato 22 Ottobre, presso l’Istituto Penitenziario di Castrovillari, l’autrice Lucia Linardi, è stata portatrice di messaggi positivi e tante emozioni con il suo libro: “Nata nel Cuore di una festa”, un manifesto spirituale, il quale esorta le donne ad affrontare il proprio percorso di rinascita senza dolore ma pensando che, dopo la tempesta esce sempre il sole
“La scrittrice, con occhi, cuore ed anima, si è rivolta ad un pubblico speciale: ospiti illustri e le signore detenute, quest’ultime, particolarmente entusiaste di aver ascoltato una donna che, con semplicità è riuscita a tirare fuori le loro voci, un coro un’anime di ringraziamento per il messaggio di speranza datogli.
Un momento di grande cultura, di riflessione fortemente voluto dal Dirigente dell’Istituto Penitenziario, il Dott. Giuseppe Carrá, una persona lungimirante, il quale considera la condizione detentiva non solo, lo scontare una pena ai sensi della Legge, ma un percorso, un processo che aiuti attraverso azioni mirate, in collaborazione con il territorio e le istituzioni, a far avvicinare gli uomini e le donne detenute, alla parte migliore di sé.
Il carcere così, nella sua veste tradizionale, si miscela oggi ad una veste moderna, un laboratorio in cui il detenuto può sviluppare la propria personalità, può vivere la propria affettività, può studiare, può impegnarsi in un lavoro socialmente utile.
In questa direzione, la Libertà è percepita non come uno spazio, ma come profonda partecipazione di rinascita e recupero rieducativo, senza sentirsi escluso da una società che spesso lo vede colpevole per pregiudizio.
Il Dott. Carrà dice: «attraverso la lettura, il confronto e il dialogo, si riflette. Utilizzare un linguaggio immediato, invita ad inseguire i propri sogni, indipendentemente dalla condizione in cui ci si trovi».
Un incontro che è andato oltre le sbarre, infondendo negli animi tanta positività.
Identità, coscienza, unicità, amore, semplicità, felicità, conoscere sé stessi per reinventarsi aldilà di paure, fragilità, difetti ma, con tanto coraggio, sentirsi un’isola da baciare e curare, queste le parole più intime usate dalla scrittrice.
“Perché siamo nati per vibrare di felicità”, questa, una frase del libro, la quale racchiude la bellezza di un mattino d’autunno con la “sciamana”, così piace essere chiamata la narratrice che ha fatto sentire vivi i suoi ascoltatori, ha fatto vibrare le coscienze che inevitabilmente si saranno soffermate sul passato, presente, futuro.
Attraverso queste azioni, questi momenti, si può infondere al reo una nuova visione che instilli nel proprio IO più profondo, la possibilità di un ravvedimento reale e concreto e, verso questa direzione, si opererà in modo responsabile nei confronti di una pluralità di persone detenute, diverse tra loro ma, uniche esistenze.
“Dammi la mano, torna vicino, può nascere un fiore nel nostro giardino”.
Consapevolezza, Condivisione, Cooperazione: Futuro.”
Manuela Molinaro