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Lettere 2.0: “Ancora atti intimidatori contro la mia azienda. Ma io non demordo e denuncio”

Riceviamo le parole della nostra lettrice Carmelina:

 

 

Buongiorno, sono proprietaria di un’azienda agricola incentrata sull’allevamento di bovini da carne allo stato brado. La mia azienda si trova nel comune di Rende su una mia proprietà di circa 30 ettari dove il bestiame pascola su un territorio logicamente delimitato da una recinzione in pali di castagno e filo spinato per evitare che vadano ad invadere altre proprietà e che si possano disperdere.

Scrivo perché sto subendo all’interno della mia azienda numerosi atti criminosi, di carattere intimidatorio… Pascoli abusivi di animali vaganti, furti, devastazione di campi e colture e per ultimo in ordine di tempo, distruzione di una recinzione che suddivise la mia stessa proprietà in due settori distinti…

Notte tempo alcuni soggetti, di cui immagino facilmente l’identità, hanno letteralmente segato con una motosega circa 500 pali, hanno divelto il cancello d’ingresso ed hanno tagliato il filo spinato. Tutto ciò al fine di consentire alle vacche di entrare in campi destinati alla fienagione.

Ovviamente sarà sporta una formale denuncia presso il tribunale di Cosenza, come fatto in precedenza. Quello che però mi spinge a rendere pubblica la vicenda è che sul nostro territorio le forze dell’ordine sono praticamente assenti, non intervengono…

Quando li chiami ti senti rispondere: non posso venire, sono impegnato… e poi ci riempiamo la bocca di belle parole: legalità, sicurezza… è bene sapere che nelle nostre montagne sono in circolazione dei veri e propri clan che agiscono liberamente e se qualcuno come me non è disposto a stare al loro “gioco” e lavora con onestà, loro fanno questo tipo di azioni.

Tanto sono certi che nessuno stato interverrà… Io questa gente ce l’ho davanti tutti i giorni e vi assicuro che sono l’unica persona che ha il coraggio di denunciare nonostante tutto quello che sto subendo nel corso del tempo.

Ad ogni modo spero che qualcuno leggendo del mio vissuto possa comprendere ancora in che mondo si vive…. Spero che la procura faccia il suo dovere e che la società prenda atto che, girarsi sempre dall’altro lato quando succedono cose simili, non farà scomparire il problema ma solo incrementare questi andamenti

Carmelina Sansone