Riceviamo le parole di una nostra lettrice:
“Buongiorno, vorrei esporre un episodio increscioso e preoccupante avvenuto nella giornata del 02/06/2021 presso l’hub vaccinale di Siderno (palazzetto dello sport), ma io sono della provincia di Cosenza.
Premetto di essere, purtroppo, fin dalla tenera infanzia paziente fragile. Mi reco presso l’hub vaccinale, compilo il questionario indicando le mie patologie tra cui asma bronchiale, allergie alimentari e farmaci, linfonodi ingrossati alle ascelle e fibroadenomi seno, patologie cardiologiche.
Il dottore mi chiede che farmaci sto assumendo, dico il cortisone fino a tre giorni prima perché sono stata molto male con l’allergia e lui dice «allora non può fare il vaccino», poi su mia insistenza dico:”l allergologo mi ha detto che posso farlo, anzi devo perché soggetto fragile”.
Allora lui guarda l’assistente accanto a sé e dice: “Dobbiamo farle per forza il Pfizer, non può fare altro”.
Dopodiché mi viene detto: può accomodarsi ad una postazione libera, chiedo quale postazione e mi viene risposto: «o a destra o a sinistra dove preferisce». Così mi reco presso la prima postazione più comoda, mi siedo e l’infermiera mi chiede il foglio del dottore dove vi era segnato Pfizer.
Glielo do e dico che sono tanto agitata sia per l’ago sia per le patologie pregresse. Nonostante ciò, nonostante ci sia scritto a caratteri grandi di somministrare Pfizer, nonostante io abbia detto che soffro di patologie, la signora mi inocula il vaccino…, e mi dice di sedermi di là per aspettare i 15 minuti dopo il vaccino.
Io mi reco nelle sedie dietro la postazione ed aspetto, felice di essermi finalmente vaccinata, felice di non correre nessun problema a portare il mio bambino a giocare al parco, felice di respirare finalmente dopo un periodo così brutto. Succede che penso e ripenso, ma mi viene un atroce dubbio: non è che l’infermiera ha sbagliato vaccino?
Viene a me come idea domandarle, viene a me come idea dirle se mi ha fatto il Pfizer come c’è scritto qui dal dottore! Così vado di là e le dico «Dottoressa, ma mi ha inoculato il Pfizer prima, vero?» Lei di colpo sbianca…ed ammette l’errore: Astrazeneca.
Io sento il terreno cedermi sotto i piedi, vorrei solo mio marito vicino e sto male, male di essermi fidata, male perché ci speravo tanto in questo vaccino, male perché uno va fiducioso ed invece te ne ritorni così, a casa, con un vaccino diverso da quello prescritto dal medico in anamnesi.
Sono tanto delusa, sconfortato, ho paura. Paura di accedere alla seconda dose di un vaccino non mio, paura per questa prima dose, ansiosa nel pensare se tra 10 anni non è che mi darà qualche effetto strano questo vaccino, non specifico per le mie patologie?
Ero tanto contenta di vaccinarmi, ora sono presa dallo sconforto, per fortuna ho la mia famiglia. I miei genitori, mio marito e il mio bellissimo bambino che mi sostengono e non mi sento sola, però se non fosse stato per me, per una mia fissazione nell’andare a chiedere quale vaccino mi avessero fatto, io sarei tornata a casa convinta di aver ricevuto il Pfizer e con l’appuntamento per la seconda dose Pfizer per il 7 luglio!!! E con tanto di certificato che riportava il vaccino Pfizer ricevuto e prenotato per la seconda dose.
È una cosa gravissima quella che mi è successa e spero venga alla luce perché non si può tollerare un caso così. Dopo l’accaduto hanno cercato di parlare con discorsi poco professionali, cercando di sminuire l’errore fatto, per tranquillizzarmi. Il medico mi ha detto: «il Pfizer te l’avevo dato perché eri agitata quando ti ho fatto il colloquio».
Ma che significa? Che ero agitata? Me l’aveva dato per le patologie non per l’agitazione. Sono tanto preoccupata! E tanto amareggiata perché episodi del genere non dovrebbero accadere, hanno sbagliato e pure tanto!
Cordiali saluti“
(Lettera firmata)