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Annunziata: In un pomeriggio di “ordinaria (?) follia”

Resoconto semiserio di un pomeriggio d’attesa al pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza. Tra caos, difficoltà organizzative, soccorsi e visite rallentate e mancate. Risolutorio intervento di due medici del “San Francesco Di Paola”, Pasquale Gagliardi e Guglielmo Guzzo

 

 

“La paziente Rossana (è un nome di fantasia, ma la paziente è vera) si reca al pronto soccorso dell’Annunziata in preda ad un violento dolore toracico, che perdura da circa due giorni.

Sono le 16.01. All’ospedale viene immediatamente sottoposta ad elettrocardiogramma, pressione, ossigenazione, e, per fortuna, si scongiura un problema cardiaco, almeno nell’immediato. Le viene attribuito un “codice giallo”, che in base all’ordine di gravità dei quattro codici colore assegnati durante un triage evidenzia come il paziente possa presentare “una parziale compromissione delle funzioni dell’apparato circolatorio o respiratorio, lamentando dolori intensi. Non c’è un immediato pericolo di vita, ma necessita urgentemente di un controllo medico.”

Arriviamo al dunque. La signora Rossana “codice giallo” si lamenta per i forti dolori di stomaco e di spalla, ha un senso di nausea , ma i tempi di attesa per una sua probabile visita sono stimati intorno a 2 ore e 40 minuti circa.
La sala d’attesa dell’Annunziata, quel pomeriggio è uno scenario apocalittico, di cui ogni civile cittadino dovrebbe vergognarsi ed insorgere. Malati dovunque, nei corridoi, a terra, anziani, giovani, giovanissimi, una signora assalita da una colica addominale urla chiedendo di essere visitata perché proprio non ce la fa. Ma nessuno la assiste. Nessuno la può assistere.

Ci sono urgenze, e quelle hanno la priorità. Un padre disperato perché il figlio sta male dalla mattina, minaccia di chiamare i carabinieri. E stavolta non è colpa dei medici. Ci sono, ma sono pochissimi e non sanno a chi prima dare aiuto. Siamo in guerra, ebbene si, nel nobilissimo XXI secolo la sanità in Calabria è assalita dai predoni. Torniamo a Rossana “codice giallo”. Dopo due ore e più di attesa, dolori che perdurano, nessuno che interviene, decide di abbandonare il campo. Sono le 18.30 circa. Il mattino seguente, però, le sue condizioni non vanno meglio, anzi peggiorano…!

Per sua fortuna …questa volta si rivolge all’ospedale di Paola…”

Fonte e articolo completo qui: CosenzaInforma.it