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Lettere 2.0: “Resterai sempre al mio fianco Valeria”

Riceviamo con preghiera di pubblicazione …dalla sorella Assunta:

 

 

Mesi fa era mia sorella a scrivervi condividendo con voi la fine del suo ciclo di chemioterapia.
Quella sera mi disse “scendete che mangiamo una pizza”. Ma da li a breve il suo calvario sarebbe ricominciato. Il cancro l’ha messa a un bivio a 25anni.

Lei non si è lasciata intimorire da quel mostro, lo ha affrontato a testa alta, ha preso in mano la sua vita ed ha deciso di respirarla a pieni polmoni. Ironia della sorte volle che dopo la scoperta della sua malattia, che fu un pugno allo stomaco per la nostra famiglia; io scoprii di aspettar un bambino.

Ci ritrovammo a condividere la nausea (seppur di natura diversa), sedute sul divano e ad urlare contro mamma mentre era ai fornelli, spesso andavamo insieme a fare le “nostre” analisi e lei premurosa mi diceva “non scendere qui in oncologia che sei incinta tu”; le inviavo sempre ogni mia ecografia ed i suoi occhi già brillavano per quel nipotino in arrivo; così come lei condivideva con me ogni sua tac,o pet, ogni esame istologico o qualsiasi altro referto.

Io cercavo di studiarli quei fogli, quei termini che mi mettevano ansia perché Internet parlava chiaro, si leggeva di cure che allungavano solo la sopravvivenza perché quel mostro era troppo aggressivo. Ma lei era ottimista e ci credeva, o forse aveva solo deciso di vivere col sorriso il tempo rimasto.

Lei è stata una roccia, era testarda, ma aveva un cuore immenso, era sempre pronta ad aiutare gli altri. Un paio di settimane prima di lasciarci ha messo il cellulare in un cassetto perché stanca di tutto. Non c’era piu nulla da condividere sui social.
La sua sofferenza era lì nell’ombra di quella stanza, su quella sedia dove passava intere nottate accanto a mamma e papà.

Lì ho capito che anche le rocce piano piano si sgretolano. Ha atteso la morte con dignità, l’ha quasi implorata perché non sopportava più quell’immane sofferenza.
Valeria ci ha lasciati a 27 anni, lasciando un vuoto incolmabile.

Provo ad immaginarla felice accanto a Dio ora, ma non ci riesco, vedo solo un corpo freddo in una bara, vedo una maglia blu bagnata dalle lacrime di due genitori disperati, vedo una sorella che non mi chiede più un bacio prima di andar via dall’ospedale.

C’è uno strano silenzio in giro che fa quasi paura. Non so se troverò mai una spiegazione logica a tutto il dolore che ha vissuto sulla sua pelle.

A Nicolò che, oggi, mi ripete in continuazione “Zi”, gli dico che ha un angelo speciale nel cuore e su nel cielo.

Ti avevo promesso che insieme avremmo rivisto l’arcobaleno dopo la tempesta, sono stata una bugiarda.

Ma di una cosa sono fiera, di averti donato un nipotino, che seppur per poco tempo ha portato una ventata di leggerezza nella tua vita, rendendoti felice e dandoti la forza di non arrenderti fin quando è stato possibile. Manchi, manchi troppo.

Anche il cielo di settembre piange insieme a me.

Spero resterai un esempio per tutte quelle persone superficiali, che si lamentano per un niente e che si piangono addosso, perche’ tu non ti lamentavi mai.

Sei speciale, forse per questo non potevi piu’ stare accanto a noi comuni mortali.

Ti voglio bene. Resterai sempre al mio fianco.

Assunta