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Lettere 2.0: “Vi racconto quanto beffarda e maligna per alcune cose è la sanità calabrese”

Riceviamo dalla nostra lettrice Angela:

 

 

Leggendo il vostro articolo sulla signora malata di tumore alla quale hanno dato un appuntamento per il 2020, ho fatto un percorso a ritroso, ho ricordato, ahimè quanto beffarda e maligna per alcune cose è la sanità calabrese.

SPERO e credo, che le testimonianze da voi pubblicate, facciano eco…..

La mia è questa:

Aprile 2007. Mia MADRE, malata terminale di tumore all’utero, colpita durante la degenza all’ospedale dell’Annunziata da un embolo che le manda in cancrena una gamba, ridotta alla quasi dialisi, allettata, ridotta allo stremo… viene chiamata alla visita di controllo biennale per la pensione di invalidità/accompagnamento, di cui già gode.

Il primario di geriatria, dove è ricoverata, stende di sua volontà un documento che attesta la criticità delle condizioni in cui è ridotta, le stesse dunque le impediscono di deambulare, mia madre non potrà mai più camminare.

Allorché mi reco a San Marco Argentano all’USL di competenza dove ci segnalano visita e appuntamento.

Presento alla commissione il certificato, ripeto, steso da un primario di un nosocomio pubblico, loro sapete che fanno?

Levano ogni diritto a mia madre, pensione di cui come già detto godeva: tolta !!!

E motivano la cosa con, udite udite, “LA MANCATA PRESENZA DI MIA MAMMA” !!!

Dunque, una donna in fin di vita, secondo la logica di 4 medici, doveva presentarsi fisicamente alla visita.
Allettata, terminale, gamba da amputare, doveva recarsi lei lì. Se avessimo goduto di un tale miracolo della pensione che se ne doveva fare?

Mia madre è morta pochi giorni dopo. Ho rimosso questa storia. Ma a distanza di 12 anni realizzo, mio malgrado, che piuttosto che migliorare, crolliamo nell’abisso.

I malati vanno aiutati. Ippocrate con questi ‘medici’ si rivolta…

(Angela)

 

L’articolo al quale fa riferimento Angela lo potete leggere QUI